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Perchè la reificazione è così difficile? Perchè i matematici stessi
hanno impiegato vari secoli prima di arrivare ad una versione totalmente
strutturale di concetti di base come quello di numero e quello di funzione?
Il problema appare più chiaro se ricordiamo che la reificazione è in
realtà uno spostamento ontologico, un salto qualitativo nella natura del
concetto (internamente dal soggetto). L'abilità di vedere qualcosa di
familiare in una maniera totalmente nuova è sempre difficile da raggiungere.
Le difficoltà che emergono quando un processo diventa oggetto sono, secondo
Sfard paragonabili a quelle che emergono quando si passa da un paradigma
scientifico ad uno nuovo; oppure, per fare un esempio più semplice, tali
difficolta sono paragonabili agli ostacoli che ci troviamo davanti quando,
guardando il disegno del cubo in 5, cerchiamo di interpretarlo
come visto dall'alto oppure dal basso.
Figure 5:
Il cubo: visto dall'alto o dal basso?
|
Seguendo il modello delle tre fasi che abbiamo dato, la reificazione di un
processo avviene simultaneamente con l'interiorizzazione di processi di
livello superiore. Ad esempio, nel caso dei numeri negativi, la reificazione
avviene presumibilmente quando le operazioni su questo nuovo tipo di
numeri sono, almeno in parte, interiorizzate. In effetti ciò che porta a
riconoscere come numeri operazioni come 0-6 e 2-5 è la somiglianza
tra gli algoritmi che coinvolgono tali operazioni e quelli effettuati su numeri
più familiari (sommare e moltiplicare numeri negativi o altre quantità
è molto simile al farlo con i numeri positivi). Ma per notare questa
similitudine il soggetto ha bisogno di diventare in qualche modo abile nelle
operazioni con i numeri negativi. Similmente, per vedere una funzione come
un oggetto c'è bisogno di manipolarla come un tutt'uno: non c'è motivo
di trasformare un processo in oggtoo finchè non dobbiamo effettuare
qualche processo di livello superiore sul primo processo.
Siamo però ad un circolo vizioso: senza un tentativo di interiorizzazione
a livello supriore la reificazione non può avvenire; d'altra parte
l'esistenza di oggetti su cui agire tramite i processi di livello superiore
sembra indispensabile per l'interiorizzazione, senza tali oggetti i processi
in questione sembrerebberso sensa senso. In altri termini:
la reificazione di livello più basso, e l'interiorizzazione di livello
superiore sembrano essere l'una prerequisito per l'altra.
Questo circolo vizioso può portare a situazioni di stallo, come ad
esempio nel caso delle frazioni uno studente può essere in grado di farci
delle operazioni, ma non riesce a vederle come numeri, ma solo come processi;
in questo caso avrebbe interiorizzato i processi di livello superiore (somma
e prodotto di frazioni, etc.), ma non reificato i processi di livello
inferiore (divisione di interi) in un oggetto (numero razionale).
La questione di come stimolare il processo, e superare eventuali situazioni
di stallo Sfard la lascia come aperta, osservo però che 6 anni più
tardi pubblica [15] che affronta approfonditamente la questione,
che non andiamo però a discutere dettagliatamente in questa sede in quanto
porterebbe via troppo tempo, dato che l'articolo in question è di un
centinaio di pagine.
Possiamo però accennare che in tale articolo ([15]) troviamo:
- discussione su ``se sia opportuno dare subito un nome ad un processo,
o se è meglio farlo solo dopo che lo studente vi ha preso confidenza'';
- raffina la descrizione della formazione dei concetti, più
specificamente introduce l'idea di ``meccanismo a pompa'' per cui nuovi
concetti matematici sono prodotti a partire dai vecchi.
- questa volta non usa la parola processi, ma usa la parola discorsi
che appare più generale, ed include, ad esempio, anche le proposizioni!
- non parla più di reificazione ma di oggettificazione e descrive
come essa avviene a partire dalla fase templates driven (vagamente
corrispondente a quella preconcettuale, mi pare)
- Distingue tra realtà del mondo reale e quella virtuale, sostenendo
che un concetto è oggettificato quando lo si tratta utilizzando paradigmi
della realtà reale, come ad esempio quando i matematici usano parole
come ``prendo'', ``sposto'', ``incollo'' etc. riferite a concetti matematici
ma che sono tipiche della vita reale.
- da una griglia di comportamenti tipici del soggetto che ha oggettificato
un concetto; una griglia che può essere usata per scopi di ricerca.
Table 2:
Concezioni operative e strutturali: sommario
|
Concezioni Operative
|
Concezioni Strutturali |
Caratteristiche Generali
|
un'entità matematica è concepita come un prodotto di certi processi oppure è identificata con il processo stesso
|
un'entità matematica concepita cume una struttura statica, come se fosse realmente un oggetto
|
Rappresentazione
|
rappresentazioni verbali
| immagini mentali |
Quando si trova?
|
si sviluppa all'inizio della formazione del concetto |
evolve dalle concezioni operative
|
Ruolo nei processi
|
necessaria ma non sufficente, per imparare e nel problem-solving
|
facilita tutti i processi cognitivi
|
|
Figure 6:
Esperimento parte 2
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Michele Cerulli
2001-03-29