L'otto aprile 1820,
giorno in cui il nome di Milo diventerà conosciuto in tutto il mondo, un
abitante di Plaka, Gheorghios Kentrotas, sta scavando il piccolo campo nella zona archeologica.
Ad un certo punto, scopre una piccola grotta ricoperta
di terra (che più tardi si dimostrerà essere il podio dello stadio della città
antica), e, dentro, la metà della statua di Venere.
Per
caso, si trovano con lui l'ufficiale francese Olivier Voutier e due marinai
della nave francese Estafette, all'ancora nel golfo di Milo da pochi giorni.
Essi restano ammirati dal pezzo trovato, e convincono il Kentrotas a cercare la
metà mancante della statua. Questa viene scoperta in breve tempo, insieme ad
altre due statue, rappresentanti un Mercurio giovane e un Ercole in tarda età.
Anch'esse si trovano oggi, insieme alla Venere
nel museo del Louvre.
Voutier
capisce immediatamente il valore artistico della statua, e informa il suo capitano e Louis Brest,
viceconsole di Francia a Milo, perché si contratti il suo acquisto.
Così
viene concluso un primo accordo con il Kentrotas, in attesa che venga informato
l'ambasciatore di Francia a Costantinopoli. Quest'ultimo riceve messaggi sulla
statua da molte parti: gliene parla con entusiasmo Dumont d'Ourvil, ufficiale
francese, che l'aveva vista pochi giorni dopo la sua scoperta (il 19 aprile
1820); mentre la descrivono con parole di profonda ammirazione Voutier e Louis
Brest.
Entusiasmato,
dunque, da tutte queste informazioni, decide di venire in possesso della tanto
discussa statua. A questo scopo, manda il terzo segretario della sua
Ambasciata, il conte de Marcelles, a Milo, perché proceda all'acquisto.
Egli porta a compimento la sua missione,
anche se sotto condizioni per niente favorevoli. Infatti il Kentrotas aveva
nascosto, con ‘aiuto di suo figlio Theodoros, la statua della venere in una casa di Plaka (ora in questa casa ci si può alloggiare, è la Machi’s che trovate
sul sito www.milos-island.gr )
e sotto
la pressione dei notabili dell'isola, aveva venduto la statua ad un certo pope
Macario Verghis, che l'aveva comprata per conto del turcimanno, il principe di
Moldavia, Nicola Murusi.
Alla
fine, l'ambasciatore francese, marchese de Rivière, riuscì ad aggiudicarsela e
la regalò, il primo marzo 1821, al re di Francia Luigi XVIII, perché fosse
situata nel Louvre e divenisse oggetto di ammirazione per milioni di persone.
Da
allora, molti studi sono stati fatti e molto è stato scritto su questo
famosissimo capolavoro, e molte domande senza risposta hanno tormentato gli
studiosi di tutte le epoche.
Diversi problemi,
come l'anno in cui fu scolpito, il nome dello scultore, il posto in cui fu
trovato, se facesse parte di un gruppo marmoreo insieme al dio Marte (Ares) ed
altri dei, e altri ancora, sono in attesa di una risposta.
'E
certo, comunque, che esso risale all'epoca ellenistica, con una collocazione
intorno al 150-50 a.C., e che è una testimonianza viva della civiltà e della
sensibilità degli antichi Greci.
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