Quasi tutta Berlino in due (intensi) giorni!
Esattamente come
l'anno scorso, a Novembre a Michele "tocca" un viaggio di lavoro,
pochi giorni... ma io anche quest'anno non mi lascio scappare l'occasione di
andare con lui... mica son matta! Un'altra capitale europea da visitare...
evvai! Quest'anno è la
volta di Berlino... Dopo aver passato
la notte in un hotel vicino a Malpensa a causa del volo che era la mattina
presto, aver lasciato l'auto nel comodo parcheggio Travelparking, e fatta
tutta la trafila dell'imbarco partiamo con la EasyJet alla volta di Berlino. Atterriamo in
orario e senza nessun problema, l'unico momento di panico è dovuto alla neve
che vediamo nei dintorni della pista.... sono sinceramente preoccupata che le
previsioni per i giorni che staremo sù siano azzaccate: -6° e neve! Presi i bagagli ci
dirigiamo subito all'edicola che è in aeroporto e compriamo la welcome card
, così da non dover più pensare ai biglietti per i mezzi, neppure quelli
da/per l'aeroporto visto che sono compresi. Il prezzo è buono: 21 euro per 72
ore. Comprando il biglietto giornaliero ne avremmo spesi 18, ma con la
welcome card si hanno anche sconti in alcuni musei o monumenti quindi optiamo
per quella, intanto la differenza è poca. Avendo già
"studiato" la situazione via web, cerchiamo subito le indicazioni
per l' Airport
Express.. ne seguiamo una e ci troviamo all'esterno, so che
dobbiamo percorre il camminamento sotto alla tettoia che si trova sulla
sinistra.... arriviamo così nella stazione... ma lì le indicazioni per
l'Express sono scomparse! Non c'è più traccia! Una coppia irlandese di mezza
età ci si avvicina e ci dice che ha il nostro stesso problema: non si sa su
che binario è l'Express, chiediamo all'edicolante e ci dice il
terzo...corriamo là... ma a quanto pare dei due treni che passano nessuno è
l'Express... si ferma una coppia di tedeschi a darci una mano a leggere i
cartelloni delle partenze ma anche loro non sanno che dirci, non è proprio
segnalato! Io allora sfodero,
tra i mille fogli che mi sono stampata da casa, l'orario dell'Express e in
base a quello riusciamo a capire (confrontandolo coi tabelloni delle
partenze) che, essendo domenica, è sul binario 9... corriamo e riusciamo a
salire su un treno NON segnalato come express ma che ha il giusto orario. Una
ragazza gentilissima appena ci vede salire trafelati ci tranquillizza e dice
che siamo al posto giusto. Evvai! Ma i tedeschi non dovrebbero essere quelli
tutti precisini???? Boh! I nostri compagni irlandesi sono sempre con noi,
così iniziamo a chiacchierare tutti insieme, e la mezz'oretta di treno passa
veloce... vedere la torre della tv, Alexander platz e la cupola di Foster già
dal treno mi mette in circolo l' "adrenalina del turista" ... scendiamo a
Friedrichstrasse, prendiamo la metro (U-bahn) per due fermate sino a
Stadtmitte, e appena sbuchiamo in superficie vediamo in lontananza il
Checkpoint Charlie: ok, ora siamo a Berlino!! Giriamo l'angolo e
dopo pochi metri ecco il nostro hotel, City Hotel am Gendarmenmarkt... Arrivati in hotel
ci dicono che la camera non è ancora pronta, ma poco male... avendo visto che
il Checkpoint
Charlie è così vicino lasciamo i bagagli in deposito in hotel e
andiamo subito lì, così da sentirci subito nel pieno di Berlino. Non fa freddissimo,
ma il cappello di lana è d'obbligo, e lo sarà per il resto della nostra
permanenza in terra tedesca. La passeggiata è
breve, arriviamo davvero in 5 minuti e restiamo subito colpiti
dall'importanza storica del luogo... ci sono molti turisti che fanno perdere
un po' di fascino, così come i finti poliziotti e il banchetto dove, se si
vuole, ci si può far mettere l'originale timbro della DDR sul passaporto...
ma comunque se uno si concentra sul "dove" è in quel momento è
veramente un posto che colpisce. Facciamo le foto di rito (sì, pure quella
con le finte guardie) e poi entriamo a visitare il Museo del Muro (Museum Haus am Checkpoint Charlie
www.mauermuseum.de
) in cui si raccontano tutti gli stratagemmi inventati dalla gente
per riuscire a passare aldilà del muro e anche i sistemi grazie al quale l'
invalicabilità era (quasi) assicurata. Ci godiamo la visita con molta calma
perchè il museo è davvero interessante, ci appassiona proprio e in più di
un'occasione ci commuove. In tanti non sono
riusciti nel loro intento, un ragazzo ad esempio è stato lasciato morente per
50 minuti sotto al muro prima che da una parte o dall'altra si decidessero a
soccorrerlo. Altri invece sono
riusciti a "venire di qua" con mongolfiere, all'interno di casse
per concerti, dentro a vecchie radio (!), gente calata con carrucole, bambini
lanciati oltre il filo spinato, uno ha inventato un piccolo sommergibile col
quale è passato nella Sprea (il fiume di Berlino) e tanti, tanti altri... Usciti dal museo,
restiamo un po' a contemplare la traccia del muro per terra... sì perchè a
Belrino dove c'era uan volta il muro hanno messo due file di mattoni sulla
strada, così da ricordare il tracciato della divisione cittadina. Ammetto che
abbiamo anche saltellato di qui e di là del muro.. pensando però a quanta
gente avrebbe dato tutto per poter fare come noi. Continuiamo la
nostra camminata nella storia passando davanti ai primi resti di muro che sono
accanto alla mongolfiera che è a poca distanza dal check point charlie e
vediamo una vera trabant: la mitica macchina della DDR. Atraversata la
strada arriviamo alla Topografia del Terrore:
Sull'area «Prinz Albrecht» tra la Prinz Albrecht-Strarße (oggi
Niederkirchner strafße), Wilhelmstralße e Anhalter Strafße, tra il 1933 e il
1945 ebbero sede le principali istituzioni dell'apparato di persecuzione e di
terrore dello stato nazionalsocialista. In
Prinz-Albrecht-Strafße 8 si insediò la Polizia segreta di stato (Gestapo), e nell'adiacente Hotel
Prinz Albrecht risiedeva il Comando
generale delle SS (Reichsfuhrung SS), mentre il Servizio di sicurezza
(Sicherheitsdienst-SD) delle SS era collocato in Wilhelmstralße 102. L'area Prinz
Albrecht costituiva il vero quartiere governativo dello stato poliziesco
nazionalsocialista delle SS. È da qui che venne preparato il genocidio degli
ebrei, la persecuzione e lo sterminio sistematico di altre parti della
popolazione, è qui che si organizzò la caccia agli oppositori del regime in
Germania e nei paesi europei occupati, fu a questo indirizzo che i gruppi
operativi (Einsatzgruppen) della Polizia di sicurezza e dell'SD inviavano i
loro rapporti sugli eccidi commessi in Polonia e in Unione Sovietica. Sempre
qui si trovava anche il carcere della
Gestapo (Hausgefangnis): un carcere per quei detenuti che la Gestapo
era particolarmente interessata a interrogare direttamente. Nel 1956 a Berlino
hanno cercato di eliminare totalmente ogni ricordo del passato, ed hanno raso
al suolo tutti gli edifici che ricordavano le istituzioni del reicht ... dal
1990 è stata aperta questa esposizione di fotografie e pannelli esplicativi
proprio in quei luoghi... è un posto coinvolgente, soprattutto perchè la
gente sta tutta in silenzio, concentrata a leggere di tutta quella pazzia
collettiva, e poi in mezzo a questo silenzio si sentono provenire dai
pannelli (quelli con interruttore) le voci del processo di norimberga, le
voci originali dei carnefici che negano ogni azione o si difendono. e poi c'è il
muro... l'unico pezzo di muro rimasto esattamente come era, senza murales o
scritte, il vero muro, il muro nella sua bassezza.... sì perchè non era mica
alto! Dopo aver visto la
Topografia del terrore e averla lasciata con un po' di magone, ci prendiamo
la metro e ci dirigiamo alla Museum Insel = l'isola dei musei, chiamata così
perchè vi sono radunati i principali musei di berlino. Noi purtroppo
abbiamo poco tempo e dobbiamo fare una scelta, che senza il minimo dubbio,
ricade sul Pergamon
Museum. All'entrata col biglietto consegnano pure l'audioguida
gratuita... è molto comoda, perchè ha un percorso di 30 minuti che fa
visitare le cose principali del museo, e poi se uno vuole/ ha tempo può
continuare in modo autonomo soffermandosi sulle cose che lo attraggono e
digitando l'ormai consueto numerino accanto ad ogni opera. Il percorso di 30
min è davvero completo, e ci spiega perfettamente ...
finito il tour di
30 minuti, finiamo di visitare il museo , restando a bocca aperta anche per i
meravigliosi mirhab che sono al piano superiore e che ci ricordano tanto la
"nostra" Andalusia vista solo pochi mesi fa.
dopo aver visto la mostra
permanente delle fotografie storiche ci concentriamo su quella meraviglia... credo che non servano commenti... usciamo estasiati da
quella meraviglia e raggiungiamo la porta di Brandeburgo, che è lì a due
passi... me l'immaginavo più grande, ma comunque trovarcisi davanti fa il suo
effetto, si è comunque in un luogo storico. Da lì proseguiamo lungo il viale
dei tigli, l'Unter den Linden, passando davanti all'ambasciata russa, inglese
e americana... quest’ultima sorvegliata con tanto di barricate davanti!
Passiamo davanti alla Dz Bank, il cui interno è opera di Gehry ... ma
purtroppo non si può entrare (credo a causa di lavori). Vi metto una foto
trovata in internet per farvi vedere cosa mi sono dovuta perdere... A questo punto la fame inizia a farsi sentire, e
(dopo una sosta per qualche acquisto natalizio in un negozio nel viale)
decidiamo di andare in un posto che avevo trovato consigliato in internet: kartoffelkeller...
tutto a base di patate! ma la strada è lunga ed io sono parecchio stanca,
così decidiamo di trovare qualcosa di più vicino... la fortuna è dalla nostra
parte, e troviamo dopo poco l' alt-
berliner kneipe treffpunkt in mittelstrasse 55 , proprio vicino a Unter
den Linden: è un bel posto tipico dove poter cenare, non è un ristorante, è
più un pub nel senso "inglese" della parola, cioè un posto dove è
normale cenare la sera... infatti mangiamo tipico e molto bene, insieme a
tutti tedeschi di ogni età: Spediamo poco e ne usciamo molto soddisfatti. La stanchezza si sente, oltre al viaggio (con
annessa sveglia alle 4) come primo giorno di cose ne abbiamo fatte... così
decidiamo di tornare a piedi verso l'hotel, percorrendo Friedrichstrasse, e
vedendo così il Q206 (centro commerciale elegante) e le Galerie Lafayette
illuminati. Però ora
basta...andiamo a nanna sotto il meraviglioso piumone morbido come solo un
piumone tedesco può essere Ci svegliamo presto
e dopo un'abbondante colazione nella splendida sala di legno tutta addobbata
per natale, usciamo... c'è il sole, e non è troppo freddo... così decidiamo
dia andare a piedi a Potsdamer Platz. La passeggiata dura un quarto d'ora,
credevamo fosse più lontana... arrivati lì, in uno
dei luoghi simbolo della caduta del muro (era divisa in due parti e su you
tube trovate i video del momento in cui hanno aperto il muro) restiamo
affascinati dalla trasformazione ultramoderna della piazza... alcuni dei
migliori architetti odierni hanno dato il loro contributo... e ovviamente
pure il mio concittadino Renzo Piano. Dove passava il
muro hanno lasciato dei pezzi, con dei pannelli che spiegano un po' della
storia del posto, e ovviamente c'è la doppia linea di mattoni che corre per
terra... e guardandola si nota che viene interrotta da un grattacielo...che
prima non c' era ! Una delle cose più famose di questa piazza è il Sony
Center creato da Helmut Jahn, con la sua piazza coperta ... sembra una
piazza chiusa, ma in realtà è all'aperto. E'coperta da una tensostruttura ,
che la sera si illumina e cambia colore. Sempre lì nel Sony
Center, poco prima di arrivare nella piazza si nota una camera antica, con
stucchi e lampadari d'epoca che è "messa sotto vetro" ... è la Kaisersaal:
la kaisersaal è l'unica
cosa che resta dell'Hotel Esplanade, che è stato raso al suolo nei
bombardamenti del 1945... questa sala, in cui il kaiser faceva banchetti e
ricevimenti, è rimasta intatta...e per preservarla nonostante il grandioso
progetto del Sony center è stata spostata di 75 metri ed è stata integrata
nel complesso. Volevamo salire sul
grattacielo a vedere la piazza dall'alto, ma apriva alle 11 e quindi era
troppo presto... credevamo che la passeggiata sino qui fosse più lunga,
quindi credevamo di farcela... ma ora di aspettare 1 ora per poter salire non
ce la sentiamo, ci sono così tante cose da vedere che sarebbe proprio
sprecare del tempo prezioso, così dopo aver scattato un po' di foto di rito
ci incamminiamo verso il memoriale dell'olocausto, facendo però prima una
deviazione per andare a vedere il punto in cui c'era il Bunker di Hitler.Questo luogo storico non è
molto pubblicizzato, perché hanno paura che diventi meta di pellegrinaggi dei
neo-nazisti, hanno messo solo 2 anni fa un cartello che segnala il punto...
ma io avendo "studiato"ben bene a casa, ho già visto (addirittura
con google maps) in che punto è... Arriviamo lì e
vediamo il cartello, ci siamo solo noi e un ragazzo in bici... da vedere
ovviamente non c'è nulla, solo il cartello... perchè il bunker è stato fatto
esplodere (dicono con il corpo di Hitler dentro) ed ora al suo posto c'è solo
un parcheggio dei palazzi residenziali che sono stati costruiti su questo
luogo storico. Lo so... si vede un
parcheggio... ma pensare cosa c'era lì, quante idee atroci sono nate in quel
posto ... bhè fa il suo effetto!! D'altronde a Berlino ad ogni passo ci si
deve fermare e pensare al passato, nonostante si sia contornati da architetture
ultramoderne. Dopo la visita al
luogo del bunker continuiamo a piedi e dopo poca strada siamo al contrastato Monumento agli Ebrei: il Monumento agli ebrei
d'Europa assassinati (Holocaust Mahnmal
www.holocaust-mahnmal.de ) è di Peter
Eisenman, ed è stato inaugurato a Berlino nella primavera del 2005. E’
un’enorme area di circa 20.000 m² dalla quale spuntano 2.711 parallelepipedi di
diversa grandezza e altezza, tra i quali c'è un reticolo irregolare di
stretti passaggi che vuol essere metafora di un labirinto senza ritorno. Il
posto è molto toccante, se fosse stato più piccolo non avrebbe dato lo stesso
impatto emotivo. Sotto c'è (per noi è meglio dire "ci sarebbe"
visto che siamo andati di lunedì ed era chiuso ) un museo sotterraneo
chiamato “Luogo dell’informazione“ formato da quattro sale che formano un
percorso ricco di testimonianze tra lettere, diari, disegni, cartoline, nomi,
storie di famiglie. Da lì alla porta di Brandeburgo è un passo e ne
approfittiamo per dare una sbirciata ai palazzi governativi che sono lì
accanto, sulla riva della Sprea. Tra questi spicca la
"Marie-Elisabeth-Lüders-Haus" , dell'architetto Stephan Braunfels. Facciamo poi il giro attorno al Bundestag,
con le foto di rito scattate dall'immenso prato che è lì davanti: il palazzo
dell'ex Reichstag è molto bello, e la cupola di Foster ci sta proprio bene! Ma non scordiamoci
che Michele è qui a Berlino per lavoro, e oggi è proprio il giorno del
meeting, quindi dobbiamo iniziare ad avvicinarci alla zona del congresso. Dal bundestag
voliamo sul comodissimo bus n°100 e andiamo in direzione della Siegessaule... ...passando davanti
all' Haus der Kulturen der Welt ,
detta l' "ostrica gravida" per la sua forma non amata dai
berlinesi, che era stato concepito come centro congressi, ed oggi è usato
come centro culturale e vi si organizzano eventi e spettacoli di arte. ... e vedendo Schloss Bellevue, il palazzo dove abita il
presidente tedesco Horst Köhler. Scendiamo dal bus
dalla Siegessaule e, ovviamente,
decidiamo di salire in cima alla colonna della llibertà, la sallita è a piedi
e sono davvero parecchi gradini, ma una volta in cima la vista è molto
bella.... si vede tutto il parco del Tiergarden e tutto il famoso "viale
del gay pride" che porta sino alla Porta di Brandeburgo, si vede anche
il Sony center e, dall'altro lato, la zona di Kudamm'... dove siamo diretti
ora. Risaliamo su un bus
che ci porta direttamente nella piazza della Kaiser
Wilhelm Gedachtniskirche: la "Chiesa commemorativa
dell'Imperatore Guglielmo" segna l'inizio del Kurfürstendamm. E' stata gravemente
danneggiata durante la seconda guerra mondiale (vedete un po’ di immagini
nella pagina sulla Storia, qui nella sezione di Berlino), e non è stata più
ricostruita e le sue rovine offrono una viva testimonianza degli orrori della
guerra. È anche conosciuta come Gedächtniskirche ("Chiesa del
ricordo"). ( I berlinesi la chiamano "il dente cariato") Nei
resti di ciò che rimane dell'antica chiesa si può entrare e c'è una sorta di
museo, con un plastico che rappresenta come era la zona prima dei
bombardamenti, e ci sono ancora i mosaici sul soffitto, tra i quali il famoso
Mosaico degli Hohenzollern. Ma soprattutto vi
si trovano i simboli della riconciliazione dei tre paesi che una volta erano
nemici, come ad es. una croce costruita con i chiodi ritrovati nelle ceneri
delle rovine dell'antica cattedrale di Coventry (distrutta dai bombardamenti
tedeschi). http://www.gedaechtniskirche-berlin.de Accanto alla
vecchia chiesa hanno eretto quelli che i berlinesi definiscono "il
rossetto" e "il portacipria", cioè il campanile e la chiesa
moderni. L'interno dell'ultima è veramente spettacolare, con un enorme
crocifisso che si staglia in contrasto sul blu delle vetrate Visto che c'è
ancora tempo prima dell'inizio del meeting a cui deve partecipare Mk,
decidiamo di pranzare insieme al mercatino natalizio che è sotto la chiesa
del ricordo: mangiamo come dei veri berlinesi, cioè ci prendiamo il
"currywurst" , il piatto cittadino! Ce lo gustiamo in uno dei pochi
"chalet" del mercatino che ha qualche tavolo nel retro, in una zona
riscaldata da stufe. Il nostro pranzo si rivela molto buono, e l'atmosfera è
allietata dalla musica della banda tipica che suona e dalla gentilezza dei
gestori dello chalet. A questo punto le
strade mie e di Mk si dividono: lui va al congresso a lavorare, ed io ... mi
faccio un bel giro per il mercatino che è sotto la chiesa del ricordo, e per
tutta la zona commerciale che è lì attorno... Inizio le mie scorribande dall'Europa Center, centro commerciale
che è proprio lì nella piazza: è tutto addobbato per Natale e c'è un allestimento
di pupazzi in movimento molto simpatico: faccio un giro lì dentro, ma mi
delude molto. Diciamo che apprezzo soprattutto il suo tepore, visto che fuori
ci sono 5°C e il famoso "Orologio del tempo che scorre", opera di
Bernard Gitton, in cui il tempo è scandito da fiale e sfere che si riempiono
di un liquido verde. Esco dall'uscita laterale e mi ritrovo in
Tauentzienstraße , strada famosa per due simboli di Berlino... Nel 1987, in occasione del 750° anniversario di
Berlino, all'interno della striscia verde centrale, nella quale c'era appunto
Tauentzienstraße , fu posta una scultura di Brigitte e Martin
Matschinsky-Denninghoff: la scultura, chiamata proprio "Berlin", simboleggiava la divisione della
città... ora è diventata uno dei simboli della Berlino riunita. il secondo motivo per cui si deve andare in
Tauentzienstraße è il Kaufhaus des Westens (più noto come KaDeWe www.kadewe-berlin.de ): il grande magazzino (dicono)
più grande d'Europa: lì dentro c'è ogni ben di Dio per Natale... appena si
entra si vede lo splendido albero e ovviamente... ci scappa qualche acquisto
di palline ma a parte questa piccola distrazione, punto dritta a ciò che
voglio vedere, e cioè il famoso 6° piano, quello in cui si può trovare ogni
genere alimentare e nel quale si trovano ristoranti e self service... il
panorama esterno da lassù è bello ... ma quello dentro lo è , a mio avviso,
ancor di più… visto che ci sono torte enormi e bellissime che invitano tanto
all’assaggio! Gira e rigira,
arriva l'ora del ritorno di Mk: ci siamo dati appuntamento dall'ingresso dello zoo così da andare poi a fare un
giro (con annessi acquisti) al mercatino di Natale che è lì dalla chiesa ...
il mercatino illuminato è davvero suggestivo! Dopo esserci
sbizzarriti, non solo al mercatino , ma anche in un negozio tutto ad 1 euro,
proseguiamo il nostro giro andando a vedere Kudamm
, la via più commerciale di Berlino, ma più che i negozi a me attirano i
palazzi ... da lì prendiamo la comodissima (e sempre vuota) metro e torniamo
in Potsdamer Platz: voglio
vederla illuminata! E fidatevi… ne valeva la pena! Arriviamo e accanto alla fermata della metro stanno terminando uno
scivolo di neve per scendere con i ciambellani, e "magicamente" è nato
un altro mercatino che arriva sino a Marlene Dietrich Platz... ovviamente ci
facciamo un giretto, anche per vedere quella parte di città. Potsdamer Platz
di sera è ancora più bella che di giorno, quei palazzi sono davvero uno
spettacolo per gli occhi! Dopo essermi
buttata a capofitto in un dunkin donuts
... al quale mai so resistere... riprendiamo la metro e ci dirigiamo in hotel
per riposarci un pochino perchè la nostra serata sarà intensa.. ci aspetta
infatti la cena al mercatino di natale più importante e famoso di Berlino: il
Weinachtenmarkt am Gendarmenmarkt, che
ad un palazzo di distanza (l'Hilton!) dal nostro hotel. L'ingresso a questo
mercatino costa 1 euro,. ma vale la pena davvero andarci, perchè oltre a
tantissimi posti per mangiare, c'è anche lo spettacolo su un grande palco. lo
spettacolo è vario, ci sono cantanti, ballerini, attori, bande ... Ceniamo con delle
fette di pane nero appena sfornate da un forno a legna di Norimberga, con
sopra formaggio e cipollotto e pancetta... a dir poco favoloso! e come
dessert prendiamo una specialità austriaca, una specie di crépe (ma più alta
e più soffice) con crema pasticcera... che mi sogno ancora oggi! Ci guardiamo poi lo
spettacolo ( i cui canti sono davvero tedeschi come noi italiani ce li
immaginiamo) sorseggiando come tutti una tazza di GLUHWEIN, una specie di vin
brulè, e da bravi turisti lo prendiamo dentro alla tazza commemorativa del
mercatino, che ora fa bella mostra nella nostra cucina. Dopo aver fatto le
ennesime compere natalizie usciamo dal mercatino e andiamo a fare due passi
in Bebel Platz: sulla piazza si affacciano numerosi
edifici storici della città: la Staatsoper Unter den Linden, l'Alte
Bibliothek, la St-Hedwigs-Kathedrale; di fronte alla stessa, oltre il viale,
si trovano la Statua equestre di Federico il Grande e la Humboldt
Universität. Più o meno a metà
della piazza per terra si trova il Monumento in memoria del rogo di libri di
Micha Ullman, qui infatti il 10 maggio 1933 avvenne il rogo in cui i nazisti bruciarono circa 25.000 libri ritenuti pericolosi. Il monumento
consiste in un pannello luminoso inserito sulla superficie della strada, che
lascia intravedere una camera piena di scaffali vuoti. Accanto è posta una
targa che riporta una citazione di Heinrich Heine: « Quando i libri
vengono bruciati, alla fine verranno bruciate anche le persone » Il freddo però ora
inizia a farsi sentire, perciò il nostro unico pensiero è tornare sotto il
caldo piumone che ci attende in camera... La mattina dopo
torniamo al volo dalla chiesa della memoria per fare un acquisto scordato il
giorno prima e poi davanti al KaDeWe prendiamo il bus che ci porterà
direttamente dal Museo Ebraico. www.juedisches-museum-berlin.de Dalla fermata del bus a cui scendiamo
sino al museo impieghiamo 10 min a piedi, in una strada molto diversa da
quelle in cui eravamo prima... questa è una strada dell'Est… e si vede. Entriamo nel museo
dopo i controlli sotto al metal detector, visto che è considerato un luogo a
rischio. Vi metto una
spiegazione del museo che ho trovato online, così da poter apprezzare il
significato delle principali “installazioni” e capire il senso di questo
museo: Lo Jüdisches
Museum è un museo di Berlino dedicato alla storia degli ebrei situato nel
quartiere di Kreuzberg in cui si raccoglie duemila anni di storia e cultura
ebraica. Il museo occupa due edifici, uno già esistente, il barocco
Berlin-Museum o Kollegienhaus, e uno contemporaneo, costruito appositamente
per ospitare il museo. La spettacolare costruzione di Daniel Libeskind (dall’alto ha la forma di una
stella di David esplosa) inaugurata nel 2001 è una delle immagini
emblematiche di Berlino. L’edificio, rivestito di zinco, pone nuovi criteri
per l’edilizia museale: Liebeskind infatti battezza il suo progetto between
the lines (tra le linee) e rappresenta il difficile percorso della storia
ebraico-tedesca servendosi di due linee, l’una diritta, ma frammentata in vari
segmenti, l’altra tortuosa, e senza un termine. Il museo non ha un ingresso
dalla strada, ma vi si accede dall'adiacente Berlin-Museum. Una scala e un
sentiero sotterraneo collegano i due edifici, questo a simboleggiare quanto
la storia ebraica e quella tedesca siano collegate e connesse fra loro. La
scala conduce ad un sotterraneo, composto di tre corridoi, denominati assi:
l'asse della morte conduce ad una torre che è stata lasciata vuota,
denominata la Torre dell'Olocausto; l'asse dell'Esilio conduce ad un giardino
quadrato esterno, denominato Giardino dell'Esilio, racchiuso fra 49 colonne,
alcune delle quali, in un angolo, inclinate; l'asse della continuità,
collegato agli altri due corridoi, che rappresenta il permanere degli ebrei
in Germania nonostante l'Olocausto e l'Esilio. Questo asse
conduce ad una scala, che a sua volta conduce alla costruzione principale.
L'entrata al museo è stata intenzionalmente resa difficile e lunga, per
infondere nel visitatore le sensazioni di sfida e di difficoltà che sono
distintive della storia ebraica. Giardino dell'Esilio: è una superficie esterna al museo, cui si accede dall'asse
dell'esilio. È una superficie quadrata circondata da 49 colonne di cemento
alte sei metri, in modo tale che dall'esterno non si possa vedere nulla. Il
numero delle colonne è simbolico, infatti serve a ricordare l'anno di nascita
dello stato d'Israele, il 1948, un'altra colonna, quella centrale,
rappresenta invece Berlino ed è riempita all'interno di terreno proveniente
da Gerusalemme. All'interno del giardino sono stati piantati alberi di
olivagno, simbolo per gli ebrei di pace e speranza. Non ci sono linee parallele o perpendicolari, e
camminando tra i blocchi di cemento, col pavimento inclinato si perde
l’equilibrio e si barcolla ... questo è l’esilio: la totale perdita di punti
di riferimento. Torre dell'Olocausto: è posta alla fine dell'asse della morte. È una struttura
completamente vuota, buia, fredda che viene illuminata solo dalla luce del
giorno che penetra da una piccola apertura. La zona ha solo un significato
simbolico e non vuole riprodurre una camera a gas, come molti dei visitatori
pensano. A circa due metri e mezzo dal pavimento è posta una scaletta
metallica (usata per la manutenzione della copertura) che per alcuni visitatori
ciò è simbolo dell'irraggiungibile. Entrare nella torre
dell'olocausto è toccante, soprattutto se (come è successo a me) ci si entra
da soli. Si sente freddo, si
è al buio, inevitabilmente si cerca la luce che è lassù...irraggiungibile, e
tutti i suoni dell'esterno arrivano ovattati. Fa sentire effettivamente
persi, si avverte angoscia. Saliamo poi al
piano di sopra, e arriviamo all'altra installazione toccante: “Shalachet”
(foglie cadute) del "Memory Void" (vuoto della memoria) di Menashe
Kadishman. L'autore invita a camminare sull'opera e le emozioni suscitate
dalla "passeggiata" sono diverse per ciascuno: i volti metallici
grandi e piccini che vengono calpestati anche se con la maggior delicatezza
possibile, scricchiolano.... secondo Mk il rumore sembrano delle grida, a me
invece il rumore ha ricordato il rumore dei treni che portavano ai campi di
concentramento. Continuiamo il
nostro percorso storico, prendiamo la metro e attraversiamo Berlino EST...
effettivamente non ci si può sbagliare, si vedono i palazzi che sono ancora
po' "indietro" ... sono i classici casermoni sovietici... scendiamo dalla
metro alla fermata Schlesisches Tor e dopo pochi istanti ci troviamo sul
ponte più bello di Berlino: l’ Oberbaumbruecke dal quale si vede in lontananza
la famosa statua Molecular Men e dal quale si vede pure la
nostra meta: la East Side Gallery www.eastsidegallery.com . La East Side
Gallery è il pezzo muro di Berlino più lungo che è ancora in piedi (1.5 km) e
che è stato trasformato in una grande galleria d'arte da tantissimi artisti e
nella quale si possono vedere i famosissimi murales che sono ormai simbolo
della caduta del muro, come il famoso bacio tra Breznev & Honecker. Percorriamo tutta la
East Side Gallery con il freddo pungente, e raggiungiamo la Ostbahnhof dove
prendiamo la metro sino alla famosa Alexanderplatz. Arrivati lì saliamo
immediatamente sulla Torre della Televisione (in tedesco si dice
Fernsehturm: www.berlinerfernsehturm.de )che è alta 368
metri. Si può però arrivare “solo” a 203 mt tramite due ascensori che fanno
raggiungere il punto panoramico in soli 38 secondi! Fatto tutto il giro e le
foto di rito scendiamo e diamo un’occhiata alla grande Alexanderplatz … e almeno qui
riusciamo a resistere all’ennesimo mercatino! Guardiamo ovviamente anche il
famoso Orologio del Tempo del Mondo, che appunto segna tutti i fusi orari del
mondo, e poi ci dirigiamo verso il Municipio Rosso (Rotes Rathaus) che è esattamente
dietro alla nostra ultima meta: il quartiere Nikolaiviertel www.nikolaiviertel-berlin.de
. Di origini medievali,
il quartiere fu quasi completamente distrutto durante la Seconda guerra mondiale e poi venne
ricostruito dal 1979
al 1987, in
occasione del 750° anniversario della fondazione della città. I pochi edifici
scampati ai bombardamenti furono contemporaneamente restaurati. Anche se
ricostruito , il quartiere è molto carino, con tanti palazzi colorati e bei
negozietti. Noi decidiamo di pranzare in un posto molto famoso e, benché
turistico, molto caratteristico: Zum
Nussbaum, che è alla sinistra della chiesa di Nikolaiviertel. Mangiamo bene,
e l’atmosfera tipicamente tedesca del posto ci piace molto. Ma il nostro tempo
a disposizione a Berlino è finito … passiamo davanti alla statua di san
Giorgio che è in una graziosa piazzetta sulla Sprea, facciamo le
ultime foto e prendiamo al volo un bus
che in due minuti ci porta al nostro hotel (è il bello avere l’alloggio in
centro!) dove prendiamo con un po’ di malinconia i bagagli per andare infine
senza alcun intoppo all’aeroporto. Berlino ci è
piaciuta molto, ci ha stupito, e se mai potremo torneremo volentieri a
visitare le ultime cose che non siamo riusciti a vedere (ad esempio Hackescher Markt,
Schloss Bellevue, e gli altri bei musei)… di questi due giorni (siamo stati
esattamente 48 ore “pulite” in città) siamo molto soddisfatti… di più, sinceramente,
non potevamo fare! Aufwiedersehen Berlin! |
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