SERIFOS  E KYTHNOS:  DUE BELLEZZE DA SCOPRIRE!

Di Ale e Paolo Scrivi all'autore del viaggio

INTRODUZIONE:

Oggi qui in Pianura Padana è una giornata estiva grigia, caratterizzata da temporali ed acquazzoni vari. Sarà forse per questo motivo che provo una grande e acuta nostalgia verso le mie vacanze appena trascorse a zonzo tra le isole greche.

Questa per me e Paolo è stata la quarta volta consecutiva in Grecia, sinceramente non so immaginare la mia estate senza fare almeno una “puntatina” in codesti luoghi tanto amati.

Chi mi conosce bene sa che non bisogna chiedermi in modo generico dove trascorrerò le ferie: la domanda corretta è “In quali isole greche andrai quest’anno?”.

La mia risposta (per l’estate 2010) è che andrò a Serifos e Kythnos, due isole appartenenti all’arcipelago delle Cicladi.

Io e Paolo abbiamo deciso per queste mete, in quanto specie per Kythnos avevamo visto le foto di un’utente di questo forum Fabi e ne eravamo stati colpiti positivamente. Poi, siccome le settimane di ferie erano due, abbiamo pensato a Serifos, perché le due isole sono vicine (quindi non sono necessari lunghi spostamenti in traghetto) e per la comodità dei collegamenti (solitamente due giornalieri).

Il periodo scelto, come di consueto, è a luglio (5 – 18 luglio), in quanto non ci sono affollamenti eccessivi e ci si può godere le spiagge in quasi totale solitudine.

Il 5 luglio, quindi, ci rechiamo all’aeroporto di Malpensa pronti per partire con un volo Easy Jet (prenotato a febbraio) e diretto ad Atene.

All’aeroporto incontriamo Silvana e la sua allegra famiglia, conosciuta tramite questo forum, con cui trascorriamo il viaggio di andata ed alcuni giorni a Kythnos. L’impatto è stato subito positivo, sembrava che ci conoscessimo da sempre: fa davvero piacere poter chiacchierare con persone così alla mano!

Per motivi logistici passiamo le prima notte al Pireo, in un hotel prenotato tramite Booking.com “Piraeus Dream City Hotel”, scelto per la vicinanza agli imbarchi delle isole Cicladi. La mattina seguente, infatti, la veloce Speedrunner IV ci attende alle ore 8.00 con destinazione Serifos.

Per quanto riguarda l’ultima notte, decidiamo di trascorrerla ad Atene, nella Plaka, perché vogliamo visitare il Nuovo Museo dell’Acropoli, che tanto ci affascina, e pernottiamo presso l’Amazon Hotel, anch’esso prenotato su Booking.com.

 

SERIFOS (6 luglio – 11 luglio):

Dove alloggiare:

Già a marzo avevo mandato diverse mail presso le principali strutture dell’isola, senza però ottenere risposte immediate. Questa, come ben dovrei sapere,  è una caratteristica comune a tanti gestori e proprietari di domatie in Grecia. All’inizio ero un po’ scoraggiata, poi le risposte sono giunte tutte insieme!

Io e Paolo notiamo subito che i prezzi sono un po’ più alti rispetto a quanto pagato in altre isole gli anni precedenti. Certo nulla di così eccessivo da far decidere di cambiare meta, solo un pochino più costosi della media.

Dopo vari tentennamenti scegliamo “Studios Agira” (www.studiosagira.gr), per la vicinanza al mare. Questi studios, la cui pulizia è impeccabile, sono gestiti da padre e figlio e si trovano a Livadi, il porto di Serifos. Basta attraversare la strada e si è di fronte alla bella spiaggia di Avlomonas, dove abbiamo trascorso una rilassante giornata prima della partenza per Kythnos. Abbiamo pagato 70 euro al giorno (compresa la colazione), sicuramente un po’ costoso, ma gli alloggi sono nuovi e molto curati nei dettagli, in più si è praticamente sulla spiaggia.

 

Dove mangiare:

A Serifos si mangia bene un po’ ovunque e i prezzi sono nella media. A Livadi ci sono molte taverne sul lungomare e si ha solo l’imbarazzo della scelta.

La prima sera, seguendo il consiglio di Silvana, andiamo a cena presso la Taverna Stamatis, proprio a due passi dal nostro alloggio, dove per entrare in contatto con la cucina greca gustiamo due ottimi souvlaki accompagnati da una fresca e dissetante birra Mythos.

Ci siamo trovati bene anche alla Taverna Takis, il cibo è buono, da provare la moussaka ed il classico octopus grigliato,  solo un po’ lenti nel servizio, ma quella sera il locale era decisamente pieno.

Ottima qualità/prezzo a “Lupomania”, una taverna con l’insegna solo in greco (ho trovato il nome in italiano su un volantino pubblicitario) dove abbiamo davvero speso poco ed il servizio è stato rapido e preciso.

A Livadi lungo il primo tratto della salita verso Livadakia, c’è il  take away Tootsie, dove si possono acquistare e mangiare comodamente a casa propria ottimi gyros pita e squisiti souvlaki.

Se vi interessa assaggiare prodotti locali, inoltre, è possibile comprarli direttamente dalla signora Rita, andando nella sua casa/negozio. Ho avuto il suo nominativo dal mio padrone di casa, il quale ci ha consigliato di andare da lei specie per il formaggio locale, che non è la feta. La signora si chiama Rita Paraskevopoulou (tel. +30 22810 51434 - +30 6945 113212) e abita a Livadi dietro la centrale elettrica Deh. Telefonate prima, noi siamo andati due volte prima di riuscire a trovarla! La signora vende il formaggio locale stagionato, simile al nostro pecorino, capperi, dolci tipici, marmellate di fichi. I prezzi sono onesti. Dimenticavo, Rita non parla inglese, ma a gesti ci si capisce perfettamente!

Non abbiamo mai cenato alla Chora, in quanto spostarsi la sera con lo scooter faceva un po’ freddo.

 

Come spostarsi:

L’isola dispone di un servizio bus tra Livadi e la Chora e tra Livadi e le spiagge principali.

Per poter godere delle bellezze di Serifos in assoluta libertà io e Paolo scegliamo di noleggiare uno scooter per 5 giorni da Blue Bird (sempre a Livadi), pagando una cifra ragionevole, 12 euro al giorno.

Le strade principali sono quasi tutte asfaltate, tranne la strada che collega Ramos a Ganema (è uno sterrato in buone condizioni), e alcune strade che conducono alle spiagge.

Serifos è bella da “vivere” anche a piedi. Per gli amanti del trekking ci sono sparsi un po’ ovunque sentieri segnalati, che portano alle diverse spiagge e permettono di fare interessanti passeggiate.

 

Serifos  e i suoi villaggi:

L’isola non è molto grande ed è arida e montuosa, la sua altezza massima è quella del monte Troulos (m. 557 s.l.m.). Sono presenti numerose piccole valli, ed in alcune di esse, ci sono anche coltivazioni, quali viti, ortaggi e frutta.

Fino a qualche decennio fa Serifos aveva una prospera e fiorente attività di estrazione mineraria (rame e ferro); attualmente le miniere sono inattive, ma ne restano diverse testimonianze nella zona di Koutalas e Megalo Livadi. Non è raro, infatti, vedere cave e strutture minerarie (ora arrugginite) di trattamento e carico dei materiali ferrosi.

I principali centri abitati sono Livadi e la Chora.

Livadi, come già scritto, è il porto e vi si concentrano i principali servizi e la maggioranza delle sistemazioni alberghiere. Il suo lungomare è molto carino, con tanti bar e taverne che si susseguono. La sera è un luogo abbastanza animato, forse perché è l’unica località dell’isola che permette una passeggiata digestiva.

Il vero gioiello di Serifos è la sua splendida Chora, già visibile dal traghetto, che colpisce dritto al cuore. Mentre si arriva in nave pare che le sue casette bianche, che sembrano “colare” dalla montagna, brillino, e i raggi del sole le rendono così pure e candide che non si può non innamorarsene.

Il punto più alto della Chora è il Kastro: da lassù il panorama è straordinario. Il giorno scelto per andare al Kastro guarda caso era anche il mio compleanno… è troppo bello alle 8.30 del mattino di una giornata per me così importante, essere in cima al Kastro in totale solitudine e sentire solo il fruscio del vento…

La Chora ci è molto piaciuta per la sua immacolatezza e la sua semplicità d’altri tempi; la sua unica piazza e le vie sono curate in ogni aspetto. Passeggiando per le sue stradine non è raro incontrare anziani greci a dorso di mulo (i muli erano davvero stracarichi!) e qualche gatto vispo e affamato.

Una curiosità: lungo il primo tratto della salita che conduce al Kastro c’è una antica panetteria, gestita da un’anziana signora, il cui pane è delizioso e cotto ancora nei forni tradizionali.

Il ricordo di questa bella Chora ci accompagnerà per tutta la vacanza, e ancora oggi mentre scrivo, mi luccicano gli occhi al pensiero di questo luogo,  dove pare che il tempo si sia fermato.

La Chora è collegata a Livadi da una serie di scalinate, molto suggestive per il bel panorama che si gode durante il tragitto.

 

In giro per Serifos:

Le spiagge sono tutte molto belle! Quelle più note e frequentate sono le spiagge dell’est, raggiungibili con il bus locale, ma anche volendo a piedi da Livadi. Questa parte dell’isola è parecchio esposta ai venti, quindi queste baie non sono sempre al meglio delle loro potenzialità. Le spiagge di Psili Ammos (inserita tra l’altro tre le prime 20 spiagge più belle d’Europa), Agios Iannis, Lia Bay e Agios Sostis sono una più bella dell’altra e meritano una sosta. Noi abbiamo dato un’occhiata a tutte, ma ci siamo soffermati a lungo solo a Psili Ammos e Agios Sostis. Psili Ammos è una meraviglia: sabbia fine e dorata, acqua verde e bassa per un lungo tratto e tante tamerici (sante tamerici!!). Qui ci sono anche due taverne. Peccato averla vista in una giornata ventosa, l’unica della vacanza tra l’altro…

Agios Sostis è una doppia insenatura, da una parte mare limpido e calmo (con sabbia mista a piccoli sassolini), dall’altra mare mosso per effetto delle correnti. La parte con l’acqua limpida è ornata con qualche tamerice e riparata dal vento. Siamo stati molto bene qui, specie nelle prime ore del mattino quando la gente era poca. Pensavamo di trovare poco affollamento a Serifos, invece non è stato così. Veniamo a sapere chiacchierando con una ragazza greca che il sabato verranno celebrati due matrimoni di sposi provenienti da Atene… sarà stato magari per questo motivo, ma la gente era davvero parecchia.

Proseguendo dopo Agios Iannis, ad un certo punto si vede dall’alto una bella baia dall’acqua verde ed invitante, si chiama Kentarhos, ed è raggiungibile con un sentiero che parte dal piccolo abitato di Kallistos. Abbiamo cercato invano questo sentiero (a mio parere mal segnalato): sta di fatto che alla fine rinunciamo con un po’ di amaro in bocca, perché la baia è incantevole.

Dopo aver capito che scendere verso Kentarhos è più complesso di quello che pensavamo, riprendiamo lo scooter e proseguiamo il nostro giro di esplorazione delle varie spiagge e seguiamo la strada asfaltata principale, fino alla deviazione per Platys Gialos, dove si scende abbastanza bruscamente. La spiaggia è piccola e graziosa, di sabbia e dal mare limpido. Facciamo un bagno rilassante, poi ripartiamo. Pronti via! Peccato che il nostro scooter in salita faccia parecchia difficoltà: a malincuore devo scendere e percorrere a piedi gran parte del percorso che collega Platys Gialos alla strada principale...

Dopo codeste fatiche Paolo pensa sia meglio far riposare lo scooter prima che ci lasci a piedi e si ferma accanto ad una costruzione bianca, con davanti tacchini e galline. Io intanto penso “Bel posto per riposarsi!”, ma proprio mentre lo sto per dire la mia attenzione è rapita da una scalinata e da una piccola porta che si affacciano all’interno di questo complesso abitativo. Lascio Paolo all’ombra, mi avvio verso le scale ed entro, visto che la porta è aperta. La prima cosa che noto è una chiesa con davanti un piccolo cortile e alcuni alberi. Capisco allora che mi trovo all’interno del Taxiarhon Monastery, di cui avevo visto la posizione sulla mappa proprio quella mattina stessa. Proprio mentre sto uscendo mi sento salutare in greco da un monaco ortodosso, che mi invita a visitare la chiesa e il luogo circostante. Questo monaco parla oltre al greco, anche un po’ di inglese ed italiano, così riesco a capire abbastanza bene quello che dice. Mi fa da guida e mi porta a vedere la chiesa (dove ci sono icone sacre risalenti al 1600 circa), poi mi spiega che lui abita nel monastero da solo e che provvede al suo sostentamento solo con i prodotti che l’arido territorio gli offre. Mi dice anche che ci sono diverse camere nelle struttura, le quali sono riservate alle cariche religiose che vengono periodicamente a Serifos. Prima di congedarmi mi offre acqua e caramelle, poi mi accompagna alla porta salutandomi con un caloroso abbraccio.

Fuori c’è Paolo che mi attende, un po’ preoccupato, dice che sono passati più di 30 minuti dal mio ingresso al Monastero… Gli racconto allora la mia emozionante avventura e ci tratteniamo ancora un po’ a chiacchierare all’ombra delle mura del Taxiarhon Monastery.

Dopo il Monastero si procede lungo la strada principale, superando il piccolo villaggio di Galani, poi sulla destra compare un’indicazione per la spiaggia di Sikamia. Percorriamo una strada a curve ed in pendenza e finalmente arriviamo verso il mare. Questa baia è molto ampia, lunga e con tante tamerici che ne garantiscono l’ombra, ma il mare è spesso mosso a causa del vento. Da qui si può raggiungere a piedi, seguendo un percorso segnalato da un cartello, la spiaggia di Skala. Noi non ci siamo andati: mi hanno detto, però, che anch’essa è meritevole di attenzione.

La strada ripiega poi verso l’interno, non segue la costa, e si passa attraverso i paesini di Pirgos e Panagia. In alcuni tratti le montagne aride e brulle lasciano spazio a qualche angolo verdeggiante, con alcune coltivazioni, specie viti che crescono direttamente dall’ arido suolo.

Ad un certo punto la via principale si biforca, si può proseguire verso Chora, oppure verso Megalo Livadi. Poiché della splendida Chora ho già scritto, proseguo il mio racconto dando qualche notizia sulla bella Megalo Livadi. Mentre scrivo, subito il mio ricordo va ai resti delle antiche miniere che sovrastano la spiaggia e l’omonimo borgo un po’ trasandato. Il luogo è tranquillo, con una spiaggia assolutamente non affollata. Essa è nella norma, non particolarmente esaltante, ma la pace che si respira è indescrivibile. E’ questa la Grecia che tanto amiamo! Ci sediamo presso una taverna (di cui siamo gli unici ospiti) e consumiamo due nescafè frappè, mentre ammiriamo il paesaggio circostante. Verremo successivamente a scoprire dopo alcune ricerche in rete che a Megalo Livadi c’è in pessime condizioni la casa della famiglia Graumann e il monumento in ricordo del grande sciopero del 1916. Il padrone tedesco Graumann chiese aiuto alla Marina per domarlo, causando la morte di quattro minatori. Immediatamente il mio pensiero va agli scioperi che attualmente stanno colpendo la Grecia

Da Megalo Livadi, proseguendo il giro in senso antiorario, sono disponibili a sud-ovest dell’isola nella baia di Koutalas tre spiagge: Koutalas, Ganema e Vaghia. Tutte sono molto suggestive, peccato che ci siano, specie a Vaghia, scheletri di nuove costruzioni, che deturpano notevolmente il paesaggio. A Koutalas è presente una buona taverna, frequentata per lo più da persone munite di mezzo proprio.

Ganema è la spiaggia di questa zona di Serifos che più ci è piaciuta: lunga e ampia, di sabbia mista a ciottoli, tranquilla e contornata di tamerici. Che belle nuotate abbiamo fatto lì!

Anche Vaghia è carina, dall’alto il paesaggio è notevole, peccato che non ci siano tamerici per ripararsi dal sole… l’acqua comunque è verdissima…

Da Vaghia, percorrendo la strada principale non asfaltata, si raggiungono dopo prima del villaggio di Ramos le baie di Ambeli. Dall’alto questo tratto di costa assume diversi colori, dal blu intenso, al turchese, all’azzurro, facendo da contrasto con le tonalità marroni della terra e degli arbusti…

Queste baie sono raggiungibili solo a piedi con camminate non troppo impegnative. La più famosa è la baia di Kalo Ambeli, le cui indicazioni si trovano dopo Ramos (venendo da Livadakia). Per poterci andare si parcheggia l’auto o lo scooter in corrispondenza di un sentiero, facilmente riconoscibile, in quanto la prima parte è costituito da gradini, che via via si trasformano in una stradina sterrata. Tale sentiero passa accanto alla chiesa di Ag. Sotiras, già visibile dalla strada, poi si prosegue verso il mare. La passeggiata dura circa 30 minuti e non è difficoltosa. L’acqua di Kalo Ambeli è azzurra e trasparente, peccato che le recenti mareggiate l’abbiano “riempita” di alghe ormai secche e che la spiaggia stessa non sia molto pulita. Insomma dall’alto tanto suggestiva, ma una volta giunti a destinazione è stata un po’ deludente.

Vicino a Livadi ci sono ancora tre spiagge degne di nota: Karavi, Livadakia e Avlomonas, un po’ affollate, in quanto facilmente raggiungibili a piedi. A Karavi abbiamo dato una rapida occhiata, ma non ci siamo fermati nonostante la spiaggetta fosse carina. Ci siamo invece soffermati a lungo a Livadakia: lì abbiamo trascorso il nostro primo pomeriggio a Serifos. Se volete un po’ di tranquillità andate verso la parte finale della spiaggia, in quanto la parte centrale è frequentata da chi alloggia presso il Camping Coralli, adiacente alla spiaggia stessa.

In ultimo, ma non meno importante cito la spiaggia di Avlomonas, cioè quella di Livadi: lunga, acqua azzurra e limpida e con tante taverne e locali: carinissima! Avlomonas è situata davanti al nostro alloggio, ideale per fare la prima o l’ultima nuotata della giornata.

Con molta nostalgia ricordo il nostro ultimo pomeriggio a Serifos proprio su questa bella spiaggia, dove è possibile osservare l’arrivo e la partenza dei traghetti, che da sempre scandiscono le giornate di isolani e turisti.

 

 

KYTHNOS (11 luglio – 17 luglio):

Dove alloggiare:

Prenotare alloggio a Kythnos è stata una vera e propria impresa! Poche strutture turistiche hanno un sito internet con relativo indirizzo e-mail, quindi se vi “accontentate” di quelle che si possono contattare via posta elettronica bene, se no armatevi di pazienza e telefonate! Silvana, l’amica conosciuta su questo forum, ha provato più volte a telefonare, solo che la persona che le rispondeva non parlava inglese…

Per ovviare ai problemi di incomprensione linguistici, sotto consiglio di Paolo scrivo diverse mail e poi prenoto presso Martinos Studios (http://www.martinos-studios.com/), che si trova a Merichas, il porto dell’isola. Questi alloggi sono molto graziosi e curati: il letto poggia su un piano in pietra, così pure i comodini, e la doccia è “scavata” nel muro. L’ambiente interno ha un aspetto romantico, peccato per un palazzo fatiscente che si trova quasi davanti agli studio, che ne rovina la bella vista sulla spiaggia del porto. Il prezzo pagato è onesto: 40 euro al giorno per un monolocale con pulizia e cambio biancheria giornaliero.

 

Dove mangiare:

Anche a Kythnos si mangia ottimamente.

La prima sera a Merichas abbiamo cenato presso la taverna “ГΙΑΛΟΣ”, pesce buono e molta gentilezza da parte del personale.

Sempre a Merichas, la padrona di casa Antonia ci aveva consigliato di cenare presso il Restaurant Byzantio, e devo dire che aveva assolutamente ragione. La cameriera ci ha fatto accomodare in un tavolo in spiaggia a bordo acqua, molto romantico! La cucina è buona e genuina, da provare le crocchette fritte di formaggio (sono una specialità locale) e si chiamano mi sembraSfougatto”.

A Merichas, infine, ottimo pesce alla Taverna Ostria, situata appena dopo il molo dei traghetti e consigliata anche dalla Lonely Planet.

Ogni volta che abbiamo cenato al porto di Merichas nelle diverse taverne ci è sempre stato offerto qualcosa: anguria, dolci locali a base di mandorle e yogurt greco!

Abbiamo anche cenato alla Chora, in un posticino carino che si trova facilmente seguendo la via principale con i negozietti ed i bar. Il nome è questo: "ΤΟ ΣΤЕΚΙ του ΝΤΕΤΖΗ", e si mangia solo carne. Il menù non è così vario, ma la qualità è ottima. Lo consiglio caldamente.

I prezzi sono ovunque nella media. Rispetto a Serifos abbiamo notato un piccolo rincaro nel costo del pesce, ma nulla di eccessivo.

Se volete acquistare dolci, miele di timo e marmellate locali nella Chora c’è un negozio dove è possibile anche degustare.

Se cercate una panetteria tenete presente che a Merichas non ce ne sono, in quanto il pane viene venduto nei due market. Due buone bakery sono alla Chora (ingresso del paese) o a Driopida (seguite le indicazioni nella zona pedonale).

 

Come spostarsi:

C’è un servizio di autobus regolare che collega i principali centri dell’isola (Merichas, Chora, Driopida, Luotra e Kanala). Le spiagge più “scomode”, raggiungibili tramite sterrati ovviamente non sono servite dai bus locali.

Anche a Kythnos per poter vedere l’isola in autonomia ci informiamo per affittare una piccola auto o una moto. A Merichas ci sono due noleggiatori. Noi ci siamo rivolti a Antonios Larentzakis, dopo esserci informati da entrambi, in quanto aveva i prezzi un po’ più bassi. Decidiamo per una Fiat Panda (ultimo modello) al costo di 32 euro al giorno per 5 giorni.

A Kythnos la strada principale è asfaltata e molto a curve, mentre molte strade che portano alle spiagge sono sterrate in non buone condizioni. Ad esempio, per andare alla baia di Kastelas serve assolutamente un 4x4, e così pure per Mavrianou.

Io e Paolo abbiamo inoltre notato che alcune spiagge e zone dell’isola non sono raggiungibili, perché ad un certo punto del percorso ci sono fili spinati e reti metalliche che non ne permettono il passaggio. Ovviamente queste interruzioni non sono segnalate dalla mappa stradale o da eventuali cartelli. Ci è successo in più occasioni, in particolare mentre andavamo all’antico Kastro e alla spiaggia di Ag. Giannis, che quindi non abbiamo potuto vedere.

 

Kythnos e i suoi villaggi:

Quest’isola è una destinazione frequentata soprattutto da villeggianti greci della zona di Atene, che per la vicinanza con i principali porti del Pireo e di Lavrio vi trascorrono gran parte dei loro fine settimana estivi. Durante i week end, quindi, c’è parecchia gente, mentre durante la settimana si sta molto bene con baie e spiagge semi deserte.

Kythnos non attira moltissimi visitatori stranieri, pur avendo fascino e personalità, e questo è un vero peccato da un lato, ma dall’altro per noi amanti della Grecia è meglio: se le mete greche sono meno conosciute significa che il turismo di massa non è ancora giunto e si possono godere in pace e tranquillità.

L’isola è arida e montagnosa, con  molti terreni terrazzati, e le sue piccole baie, insieme ai caratteristici villaggi seguono ritmi e stili di vita piacevolmente rilassati. Insomma quello che io e Paolo stiamo cercando!

Il primo impatto con Kythnos lo si ha arrivando in traghetto: si giunge infatti al porto di Merichas, che a prima vista appare un po’ trascurato, a causa di un grande palazzo in pessime condizioni, posto proprio lungo la passeggiata sul lungomare. A parte questo, il villaggio è grazioso con tante taverne e bar mai affollati. Qui si concentrano la maggior parte delle sistemazioni alberghiere, quindi rappresenta una comoda base d’appoggio e punto di partenza per esplorare l’isola.

Il capoluogo è Chora (nota anche con il nome di Kythnos o Messaria), che si sviluppa intorno ad una chiesa del XVII secolo, Agios Savvas, edificata dai veneziani. La cittadina è graziosa e curata in ogni suo aspetto e con tante taverne e bar. A Serifos la Chora era ancora “intatta”, qui, nonostante la sua bellezza, assume un aspetto più turistico. Le casette bianche e blu fanno comunque da padrone e, se ci si sposta dalla zona centrale, si possono vedere degli scorci paesaggistici incantevoli.

Una curiosità: nei pressi della Chora ci sono due zone adibite alla produzione di energia, il solar Park, ovvero una distesa di pannelli solari e il Wind Park, un impianto eolico.

Oltre alla Chora merita sicuramente una visita il pittoresco centro abitato di Driopida, dai tetti di tegole rosse e dalle viuzze tortuose. Questo villaggio (tra l’altro il più antico dell’isola) ci affascina fin da subito: semplice ed essenziale, e molto curato nei particolari. Qui, seguendo le indicazioni, si possono visitare gratuitamente (assai raro in Italia!) il museo bizantino, poco più grande di una stanza, e le grotte di Katafliky, che a quanto letto in rete sarebbero le più grandi dell’intera Grecia. Non vi si può accedere da soli: c’è una persona (nel nostro caso uno studente delle scuole superiori) che vi accompagna ed in lingua inglese si spiega le origini e le varie caratteristiche delle grotte. La nostra guida era un ragazzo molto simpatico, che dopo aver assolto ai suoi obblighi si è intrattenuto con noi a parlare dello sport più famoso in Italia, il calcio…

Prima di lasciare Driopida vale la pena fare un giro tra le sue vie, e ammirare le sue chiese. Cammina, cammina abbiamo raggiunto un punto panoramico da cui si vede l’intero paese, ed in cui spicca il bianco delle case, che fa da contrasto con tetti di tegole rossi.

Durante il nostro girovagare  a Driopida non abbiamo incontrato nessun turista, solo gente del luogo che gentilmente ci salutava con un cordiale “Kalimera”, impegnata a vivere la propria quotidianità. Ad esempio, non è raro imbattersi in persone anziane con il pane sotto il braccio, altri che uscivano dai negozietti di alimentari, altri ancora seduti ai vari bar a  degustare il caffè greco o a giocare ad un gioco da tavolo, simile alla nostra dama.

Noi ci siamo fermati presso un bar per bere qualcosa in preda ad una grande sete (il meltemi a Kythnos è stato praticamente assente) e il barista, una volta capito che eravamo italiani, ha pensato di farci una gradita sorpresa con una canzone tipica “’O sole  mio”… all’inizio Paolo ed io eravamo un po’ in imbarazzo ed increduli, poi lo abbiamo ringraziato, colpiti dalla grande cortesia e disponibilità di questa persona, che difficilmente potremmo scordare.

Nella parte nord dell’isola sorge Loutra, famosa per i bagni termali con acque solforose, ricche di zolfo e ferro. Abbiamo visitato il paesino, ma non abbiamo capito dove fossero le terme…

Loutra sorge sul mare, è dotato di una piccola spiaggia direttamente sul porticciolo e di un’altra appena fuori dal paese (Schinari), e di tanti hotel, bar e ristoranti. A Paolo e me sembra un po’ troppo turistica: in realtà c’era poca gente, ma dalla quantità di locali presenti penso che ad agosto Loutra non sia così vuota…

A circa 4 km da Luotra, sono ben visibili le indicazioni, si trova Ag. Irini: un posto incantevole, con alcune abitazioni, una chiesetta (che un anziano signore stava pitturando), due locali e una piccola spiaggia invasa solo dai pescherecci. Questo luogo così semplice e tranquillo ci piace molto, tanto che più volte pensiamo come la nostra qualità della vita potrebbe migliorare se passassimo gran parte del tempo lì.

In un soggiorno a Kythnos non deve mancare una visita a Kanala (zona sud) con il suo bel Monastero di Pagania Kanala, il santo patrono dell’isola. Dal monastero di gode un bel paesaggio sulla baia di Kanala, resa ancora più romantica e scenografica dalla presenza di archi a picco sul mare. Kanala è un posto tranquillo e con due splendide spiagge, Antonides e Megali Ammos.

Antonides ha l’acqua verdissima, il bagno lì è meraviglioso!

Megali Ammos ha sia sabbia, sia pietre scure sulla spiaggia e nel primo tratto di mare ci sono una serie di rocce piatte e scivolose, che non rendono facile l’accesso. Superate queste rocce, il mare è turchese e molto bello…

Ancora più a sud di Kanala ci imbattiamo in Ag. Dimitrios, una località balneare con qualche taverna ed una spiaggia di sabbia frequentata principalmente da famiglie greche.

Percorrendo poi varie sterrate (non tutte in buone condizioni) ci addentriamo nella zona interna, sempre arida e brulla, fino a raggiungere Delfines, con il suo faro: il punto più a sud dell’isola. Da qui sembra di poter toccare Serifos  solo allungando le braccia… Solo io, Paolo ed il vento, che sensazione!!!!

Peccato solo per le troppe case in costruzione che abbiamo visto. Con rammarico pensiamo che tra non molto tempo la zona di Delfines non sarà più tanto tranquilla e solitaria.

 

In giro per Kythnos:

Per quanto riguarda le spiagge di Kythnos ce ne sono più di 70! Quindi c’è soltanto l’imbarazzo della scelta!

Accanto a Merichas, lungo la strada che porta alla Chora ci sono Martinakia e Episkopi, entrambe con acqua limpida, ma un po’ affollate, a causa della vicinanza con il porto.

Superata la baia di Episkopi ci sono poi le indicazioni per Apokroussi e Kolona. La prima è abbastanza ampia e accogliente, con tante tamerici che ne garantiscono l’ombra. Noi ci siamo fatti un bagno rilassante, poi con la nostra auto abbiamo percorso una strada non asfaltata, un po’ stretta in alcuni punti, che porta a Kolona. Una volta arrivati siamo rimasti a bocca aperta! Avevamo visto alcune foto in rete di Kolona, ma non pensavamo fosse così meravigliosa!

Si tratta di una lingua di terra sabbiosa, con il mare da entrambi i lati, che termina con un promontorio, in cima al quale è situata la chiesa di Ag. Lukas (non è possibile accedervi, in quanto la zona è recintata). Kolona è un incanto, e alle 10 del mattino possiamo godercela per un po’ da soli. Peccato solo per le scarse zone d’ombra: solo pochi alberi (mi pare siano tre) e non molto grandi.

Tutta la zona intorno a Kolona è piena di barche di lusso, pertanto è frequentata soprattutto da coloro che, utilizzando dei gommoni, arrivano sulla terraferma e si godono il sole ed il mare.

Accanto a Kolona c’è una spiaggia dorata e senza ombra Fikiada, dove il mare è bello da togliere il respiro! Io me ne innamoro subito: il paesaggio che la circonda è splendido!

Nel pomeriggio, sfiniti dal caldo e dal sole, ci rechiamo nell’unica taverna presente a Kolona, dove faccio amicizia con un simpatico gatto rossiccio. Ci serve una signora greca di mezza età, che non parla inglese.. abbiamo ordinato due nescafè frappè e ci ha portato due tazze fumanti di caffè nero. Io e Paolo ci siamo fatti due risate, occhio però a quello che si ordina!

Nella zona a sud di Merichas ci sono diverse spiagge, che meritano una sosta, come ad esempio la baia di Flabouria. Si tratta di due insenature ampie e sabbiose separate da un piccolo promontorio su cui domina la Chiesa di Flabouriani. Su queste spiagge crescono in modo spontaneo i gigli di mare, che in Italia avevo visto solo da piccolina. Noi ci siamo soffermati nella seconda insenatura, dividendo la spiaggia con una famiglia greca ed il loro cane Romeo. Anche queste persone si sono dimostrate molto gentili ed ospitati (quasi come se fossimo loro ospiti), offrendoci caffè greco e panini col pomodoro, che abbiamo rifiutato (avendo già con noi il necessario per pranzare). Difficilmente potrò scordare la giornata trascorsa a Flabuoria, anche perché, per la prima volta in vita mia, ho “dovuto” mangiare le telline  crude, appena raccolte in mare, che la signora greca mi ha praticamente messo in bocca! La signora era tutta contenta, forse avrà pensato che finalmente accettavo ciò che lei mi offriva… Sta di fatto che questa vongola o tellina che fosse a me non è piaciuta affatto… poi ovviamente i gusti son gusti! Loro ne hanno mangiate un sacco! Intanto Paolo, che si godeva la scena mentre faceva il bagno, rideva a crepapelle!

Vicino a Flabouria ci sono alcune spiagge (ad esempio Kastelas e Mavrianou) dove non siamo potuti arrivare, a causa delle cattive condizione degli sterrati. Per giungere lì è meglio essere muniti di un fuori strada.

Non siamo potuti andare, inoltre, a Stifo, perché ad un certo punto la strada sterrata non è più percorribile, a causa del filo spinato, che indica una zona privata. Dopo tana fatica rimane un po’ di amarezza…

Sulla sponda opposta dell’isola, in corrispondenza più o meno di Stifo, ci sono una serie di baie ed insenature, che sono, ahimè, difficili da raggiungere, sempre per le cattive condizioni delle strade. Questa volta ci intestardiamo e, armati di una gran pazienza, decidiamo di andare! Dalla strada principale facciamo deviazioni verso Petroussa (non lontano da Ag. Dimitris), Gaidouromantra, Simoussi e Skyllou. Questa zona dell’isola è semi-deserta, sicuramente perché l’accesso a queste spiagge non è facile, in più non ci sono tamerici… Fra tutte ci è piaciuta Skyllou, oltre che per il mare dai mille colori, anche per la presenza di una chiesetta ai margini della spiaggia.

Salutiamo questa zona del’isola e, dopo aver percorso in senso inverso lo sterrato che porta alla bella e selvaggia Skyllou, ci rimettiamo in carreggiata diretti verso Kato Livadi, che in realtà non ci ispira troppo, e Liotrivi, piccola e graziosa, che si trovano a nord di Kanala. In entrambe il mare mosso non le rende particolarmente invitanti, quindi diamo solo una rapida “sbirciata”.

Da non perdere se si ama la tranquillità sono le spiagge situate più a nord di Kato Livadi nel tratto di costa che va da Lefkes a Ag. Stefanos. Tutte le spiagge che ivi si trovano si raggiungono con strade asfaltate, seppur un po’ a curve.

A Lefkes non ci siamo soffermati: ci sono comunque ombrose tamerici e la spiaggia è di sassi scuri.

Da non perdere è la veduta che si ammira dalla parte in alto dalla baia di Zoraki: da qui, infatti, si vedono molto bene Kouri e Naoussa. Per giungere a Zoraki c’è un comodo parcheggio, poi si scende con una lunga scalinata, che porta fino al mare. Il luogo è poco frequentato, solo qualche abitante del posto. L’acqua del mare è cristallina e invitante, ma noi decidiamo di recarci alla vicina Kouri, da cui si giunge direttamente da Zoraki tramite una serie di gradini ed un sentiero. Kouri è bella e solitaria: ci siamo solo noi, il canto dei grilli ed il rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia. Il mare è calmo e molto verde, ricco di scogli. Sicuramente questo luogo è adatto a chi pratica snorkeling, almeno a detta di mio marito che dà un’occhiata ai fondali. Sulla piccola baia ci sono poi alcune barche di pescatori e delle casette, che testimoniano come qualcuno prima o poi arriverà in questo piccolo angolo di paradiso. Ed infatti così accade: si avvicina a noi una signora di mezza età, la quale si presenta (si chiama Ánna) e ci dice in inglese di essere greca, nata proprio a Kythnos, ma di abitare a Washington. Ci racconta di tornare nella sua amata isola ogni estate e di rimanere tre mesi… Ánna è una persona cordiale e gentile: il tempo in sua compagnia scorre in modo piacevole… è un peccato doverla salutare!

Accanto a Kouri, c’è la bella Naoussa, la quale ha una chiesetta costruita su una lingua di terra, che ne delimita la baia. Il panorama è molto scenografico, da non perdere!

Ag. Stefanos, a chi passa in modo frettoloso, non ha molto da offrire. Si tratta di una lunga e stretta spiaggia con panchine per sedersi, molte tamerici, barche di pescatori ed il mare adatto a chi fa snorkeling con ricchi fondali. L’acqua è pulita e trasparente. Paolo parcheggia l’auto lungo la strada che costeggia la spiaggia, che alle 3 del pomeriggio è semi deserta. Intorno alla spiaggia c’è una taverna chiusa e le case bianche degli abitanti del posto. Ci sentiamo in completa sintonia con il luogo, seduti sulla nostra panchina ammiriamo il mare in tutta la sua forza e diventiamo un po’ malinconici, al pensiero che presto dovremmo lasciare tutto questo per l’imminente ritorno in Italia. Per chi volesse andare ad Ag. Stefanos è importante sapere che a Kythnos ci sono altre spiagge che sicuramente meritano di più, ma la semplicità del posto, la tranquillità e la serenità (che per un po’ ci hanno fatto scordare i “problemi” della vita quotidiana), fanno di questa baia un luogo magico ed indimenticabile.

Quando ripenso ad Ag. Stefanos, a distanza di più di un mese, mi vengono subito in mente le emozioni provate, cariche di suoni, rumori e silenzi della natura.

Io e Paolo dedichiamo anche una giornata alla visita delle zone a nord di Luotra, peccato per le solite sterrate non messe benissimo. La spiaggia più a nord dell’isola è Ag. Sostis, dove abbiamo trascorso un piacevole pomeriggio a nuotare tra le acque cristalline. Accanto ad essa c’è Potamia, osservata però solo dall’alto, in quanto la strada sterrata era pessima. Un’amica stata a Kythnos lo scorso hanno è rimasta bloccata con l’auto… abbiamo pertanto deciso di non rischiare, tanto più che nella baia successiva c’è Ag. Sostis, con un accesso più semplice ed un mare altrettanto bello.

 

CONCLUSIONI:

Anche quest’anno siamo tornati in Italia con un’altra piacevole esperienza greca, trascorsa tra Serifos e Kythnos. Appena rientrati a casa ci siamo sentiti domandare da amici e parenti quale isola avessimo preferito. Per me e Paolo la risposta non c’è! Non si possono fare paragoni così drastici: ogni posto è meraviglioso a modo suo…

Di Serifos abbiamo apprezzato la splendida ed immacolata Chora, il fascino immutabile delle antiche miniere e le sue acque ovunque cristalline. Inoltre, l’abbraccio del monaco del Taxiarhon Monastery mi rimarrà sempre nel cuore.

Di Kythnos ci ricorderemo, oltre al mare e ai villaggi, la tranquillità in spiaggia, il sentirsi parte della natura circostante e la bella atmosfera che abbiamo vissuto di giorno in giorno, complici i ritmi di vita più rilassati.

Concludo ringraziando coloro che avranno la pazienza di leggere questo diario… intanto Paolo ed io stiamo già pensando alle prossime isole!

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