SEYCHELLES FAI DA TE
16-28 dicembre 2007
giorno I, dom. 16/12 CESENA
– MAHE’
volo
Air France, Bologna-Parigi-Mahè
giorno II, lun. 17/12 MAHE’
– PRASLIN
volo
interno Air Seyhelles, Mahè-Praslin
giorno III, mar. 18/12 PRASLIN
giorno IV, mer. 19/12 PRASLIN
giorno V, gio. 20/12 PRASLIN
– LA DIGUE
trasferimento
in traghetto IIF
giorno VI, ven. 21/12 LA DIGUE
giorno VII, sab. 22/12 LA
DIGUE
giorno VIII, dom. 23/12 LA
DIGUE
giorno IX, lun. 24/12 LA
DIGUE – MAHE’
trasferimento
in traghetto IIF + traghetto Cat Cocos
giorno X, mar. 25/12 MAHE’
giorno XI, mar. 26/12 MAHE’
giorno XII, gio. 27/05 MAHE’
– CESENA
volo
Air France, Mahè-Parigi-Bologna
Se volete fuggire dalla
frenesia della vita quotidiana e volete prendervi una pausa da tutto, allora un
viaggio alle Seychelles è quello che fa per voi. Innanzi tutto un paio di considerazioni su
alcuni luoghi comuni che accompagnano le vacanze in queste isole: sono effettivamente
un eden tropicale e se affrontate nella maniera giusta non sono affatto care.
Abbiamo iniziato l’organizzazione del viaggio quasi per gioco, perché anche noi
consideravamo questa meta fuori dalla nostra portata; poi tra volo e guesthouses ci siamo accorti che c’era la possibilità di
fare una bella vacanza a prezzi più che ragionevoli. Come al solito i racconti
di viaggio di turistipercaso.it e la guida Lonely Planet sono stati il punto
di partenza; a questi si è aggiunto il fondamentale contributo di seychelles.travel, il sito dell’ente turistico delle
Seychelles in Italia su cui abbiamo trovato tutte le informazioni su
collegamenti, alloggi e attrazioni.
Gli spostamenti da un’isola
all’altra sono abbastanza semplici: Mahè-Praslin in
aereo o in traghetto, Praslin-La Digue
in traghetto; tutto comodamente prenotabile da qua. Per gli alloggi abbiamo
scelto le guesthouses che per trattamento, prezzo e
posizione ci garantivano la massima comodità, come vicinanza alla spiaggia ed
alle zone più interessanti: abbiamo prenotato da qua tutte le guesthouses via mail, senza alcun anticipo, ma pagando
tutto in loco.
Abbiamo diviso i dieci giorni di soggiorno, sulla base delle
considerazioni degli altri viaggiatori, in maniera equilibrata tra le tre isole
principali: 3 notti a Praslin, 4 a La Digue e 3 a Mahè.
Per i pasti, oltre alla colazione compresa nel pernottamento,
abbiamo quasi sempre pranzato al sacco con generi acquistati nei supermercati e
cenato in ristorante; i prezzi non sono certo da paese africano, ma sono
notevolmente inferiori a quelli italiani (una cena completa in un ristorante
medio costa dai 7 ai 13 euro a testa).
Alla fine l’intero viaggio ci è costato, per due persone, circa
3300€, souvenirs compresi.
Ecco in breve il racconto della nostra esperienza.
giorno I, dom. 16/12 CESENA – MAHE’
Il termometro segna 5°C quando partiamo per Parigi col volo Air
France, prenotato a fine settembre su airfrance.it e
costato circa 925€ a testa: è bello imbarcarsi pensando che a destinazione ci
saranno 25 gradi in più. Prima di prenotare ci siamo iscritti al programma flying blue che permette non solo
di accumulare miglia, ma anche di prenotare i posti in anticipo; pochi giorni
dopo il pagamento i biglietti ci sono arrivati direttamente a casa. Non abbiamo
scelto il volo diretto da Roma perché tra parcheggio e trasferimento ci sarebbe
costato di più e sarebbe stato più scomodo (pur costando circa 80€ in meno a
testa).
PASTI: in aereo.
PERNOTTAMENTO: in aereo.
giorno II, lun. 17/12 MAHE’ – PRASLIN
Atterriamo a Mahè poco dopo le 8 di mattina ed appena si apre il
portellone dell’aereo capiamo di essere davvero in un altro mondo: il colpo
d’occhio del mare e delle palme è notevole, ma ben più notevole è il colpo
fisico dei 30 gradi col 90% di umidità. Durante l’ora di attesa del volo
interno per Praslin abbiamo un assaggio del clima di Mahè: in pochi minuti si passa da un’acquazzone
tropicale che riversa fiumi d’acqua sulla pista ad un sole rovente passando per
un cielo completamente nero di nuvoloni. Ma delle caratterisriche
di Mahè racconteremo più avanti.
In una ventina di minuti siamo
all’aeroporto di Praslin (volo Air Seychelles, prenotato
su airseychelles.com, 70€ a testa): abbiamo scelto di trasferirci a Praslin in aereo per evitare l’ulteriore trasferimento al
porto di Mahè, mentre al ritorno il traghetto è stata
la scelta più felice per gli stessi motivi di comodità. All’uscita dall’aeroporto
prendiamo un taxi che ci rapina 20 euro per portarci in zona Cote d’or, dove
alloggeremo presso la Rosemary’s Guesthouse.
Il tassista ci risulta però comodo perché ci cambia subito un po’ di euro in
rupie: il cambio conviene sempre farlo “in nero” con i locali, perché banche e
ristoranti applicano tassi per nulla convenienti; mediamente abbiamo cambiato a
15,50, con punte di 16,50 presso un piccolo market di Mahè.
Non è difficile avere occasione di cambiare moneta perché si viene sempre
contattati da persone disposte a farlo, in spiaggia, in strada, in taxi, al
supermercato, insomma ovunque.
Già durante il breve viaggio
in taxi notiamo l’incredibile ricchezza della vegetazione locale: sembra di
attraversare un giardino botanico. Tutte le tre isole sono infatti verdissime;
la motivazione va ricercata non solo nella posizione geografica delle isole, ma
anche nella loro conformazione, infatti i rilievi che tutte presentano fungono
da formidabili poli di attrazione e generazione di corpi nuvolosi. In
particolare Mahè, con le sue montagne centrali che
raggiungono anche i 900 metri, presenta il clima più piovoso e instabile,
mentre a Praslin e La Digue
il fenomeno si esaurisce con brevi, ma intensi acquazzoni tipicamente
tropicali.
Arriviamo alla Rosemary e c’è
subito un problema che sembra far iniziare la vacanza nel modo sbagliato: per
un errore del figlio della titolare siamo vittime di una sorta di overbooking e
la nostra stanza risulta già assegnata. Non abbiamo voglia di polemizzare, ma
cerchiamo di valutare le soluzioni che ci propongono: alla fine, dopo averci
accompagnato a visitare un’altra guesthouse, ci
propongono una cameretta più piccola con un solo queen size
bed…è un po’ strettina, ma
appare pulita e senza dubbio decorosa, così ci accontentiamo. Alla fine del
soggiorno questo piccolo sacrificio ci farà avere 10 euro di sconto sugli 80
previsti. Va detto che l’altra sistemazione che ci era stata proposta era anche
migliore come ampiezza e genere di camera, ma la posizione, letteralmente sulla
spiaggia, ed il suo meraviglioso giardino tropicale ci hanno fatto preferire la
Rosemary, anche a costo di una soluzione un po’ più spartana; soluzione che
ancora oggi rifaremmo e che comunque consigliamo. Durante il soggiorno infatti
Bernard, il figlio della titolare, farà di tutto per esaudire ogni nostra
richiesta e ci aiuterà concretamente nell’organizzazione delle escursioni con
telefonate, prenotazioni e consigli. Veramente preziosissimo.
Dedichiamo il resto del
pomeriggio alla bella e lunga spiaggia di Cote d’or (anse Volbert):
sabbia bianca finissima, palme sul mare, acqua cristallina e calda, sole rovente…sicuramente un buon inizio. Come per le altre anse
che visiteremo, all’estremità la sabbia lascia spazio ad enormi massi di
granito che sembrano buttati a caso in acqua, caratteristica assolutamente
unica delle spiagge delle Seychelles. La presenza di questi massi si spiega
pensando alla genesi delle isole, che non sono, come ad esempio le Maldive,
semplice evoluzione di atolli corallini, ma sono frammenti dell’antico
continente africano separatisi dall’attuale Africa durante la fase di distacco
della zolla africana. L’origine vulcanica giustifica così la presenza delle
alture al centro delle isole e degli elementi granitici sulle spiagge; anche le
formazioni coralline non sembrano sorgere sul reef
tradizionale, ma proprio su basamenti granitici sommersi, spesso ben visibili
dalla superficie. Dopo il primo bagno di sole ceniamo molto bene al ristorante
del Berjaya, un hotel a due passi dalla guesthouse, anche se il pagamento in euro ci sfavorisce perchè applicano un cambio a 11; la cena però è buona e
l’ambiente molto molto carino: consigliato.
PASTI: cena al ristorante del Berjaya, 21€ in due.
PERNOTTAMENTO: Rosemary’s Guesthouse, Cote d’or, Praslin –
www.ile-tropicale.com/rosemary -
rosemary@seychelles.com - 248.232176 tel/fax, camera
70€ con colazione.
giorno III, mar. 18/12 PRASLIN
Colazione ricchissima alla
Rosemary a base di frutta fresca, succo d’arancia, pane caldo e marmellata,
cornetti e caffè, poi via in giro per l’isola. Bernard ci ha prenotato un’auto
a noleggio presso il Berjaya (Kia Picanto,
50€ al giorno + 6€ di benzina obbligatoria, comunque usata) e con questa
iniziamo ad esplorare Praslin. La guida è
all’inglese, quindi all’inizio c’è un po’ di imbarazzo nell’affrontare le
rotonde “al contrario” e nel cambiare con la sinistra, ma piano piano, con un po’ di attenzione, ci si abitua. In un giorno
si riesce a fare tutto il giro dell’isola, visitando le principali spiagge.
Iniziamo subito da quella che dovrebbe essere la migliore: anse Georgette,
all’interno del Lemuria Resort,
sulla costa nord-ovest. Per accedervi è necessario farsi annunciare al Lemuria (Bernard aveva prenotato per noi annunciandoci
telefonicamente), cosa da non trascurare perché effettivamente all’ingresso il
custode ha una lista con tutti i nomi e se il vostro non c’è non vi farà
entrare. Altri viaggiatori hanno parlato di un biglietto di ingresso da pagare:
noi non abbiamo pagato niente, non sappiamo se Bernard ha pagato per noi per
rimediare all’errore della camera o se invece ora non si paga più. Il Lemuria è molto bello e molto grande, comprende al suo
interno, oltre alla spiaggia privata per i clienti ed alla Anse Georgette,
anche un campo da golf immerso nella più lussureggiante vegetazione tropicale.
Si lascia la macchina vicino al campo da tennis e si percorre un bel sentiero
attraverso il campo da golf, tutto molto bello; dopo una ventina di minuti si
arriva ad Anse Georgette: semplicemente meravigliosa. Risulterà la seconda
migliore spiaggia di tutto il viaggio: sabbia chiara, ma non bianchissima,
acqua calda limpida ma non calmissima, piccola e riservata, immersa nella
foresta tropicale con gli enormi massi di granito a farle da confine e soprattutto…non c’è nessuno. Ecco, questa delle poche
persone è una cosa che abbiamo notato durante tutto il viaggio, in ogni
spiaggia: quasi sempre siamo stati da soli, al massimo, anche nelle spiagge più
famose e belle (come questa appunto), avremo avuto la compagnia di una ventina di persone, e non tutte insieme.
La cosa ci ha sorpreso molto e ancora non siamo riusciti a darci una
spiegazione convincente; in ogni caso è uno degli aspetti positivi della
vacanza che può aiutare nella decisione di venire qua, proprio per trovare la
calma, la pace e la tranquillità. Pranziamo sotto una palma con la frutta e i
dolci che avevamo comprato al minimarket di fronte alla Rosemary e poi, un po’
a malincuore, torniamo alla macchina per proseguire il tour. Poco fuori dal Lemuria ci fermiamo ad acquistare qualche souvernir in un negozietto sulla strada che si rivela molto
conveniente; fuori, in un recinto sotto una palma, ci sono anche due tartarughe
giganti, che ovviamente non manchiamo di toccare e fotografare. Percorriamo la
bella strada costiera verso sud fermandoci brevemente a Grand
Anse per poi proseguire verso la zona di Consolation,
la punta meridionale dell’isola. E’ singolare il fatto che in pratica ci si
potrebbe fermare in qualunque punto della strada, fare due passi e ritrovarsi
in spiaggia, e che spiaggia; solo che tendiamo a trascurare le spiaggette “normali” per andare a caccia di quelle
speciali, paradisiache, particolari, in realtà qualunque spiaggia di queste
isole è più bella di quelle che siamo abituati a vedere in Italia. Raggiungiamo
la grandissima Baie Sainte Anne, su cui si affaccia
il porticciolo da cui partono i traghetti per La Digue
e Mahè, e poi deviamo verso nord in direzione Cote
d’or per raggiungere l’altra celebratissima spiaggia: Anse Lazio. Prima di
arrivarci però sostiamo qualche minuto lungo la lunghissima spiaggia che
comprende Anse Possession, Anse takamaka
e Anse Boudin: niente di particolare, ma comunque
interessante; di fronte si vede benissimo l’isola Curieuse,
parco naturale che visiteremo domani. Arriviamo ad Anse Lazio a metà pomeriggio
e sinceramente la prima impressione è un po’ deludente. Sia chiaro, una
spiaggia molto bella, sicuramente tra le migliori viste durante tutto il
viaggio, ma Anse Georgette è un’altra cosa. Incastonata nella punta nord
dell’isola, Anse Lazio è un’ampia insenatura di sabbia dorata, come sempre
bordata di massi di granito e circondata di palme; qui c’è un po’ più di gente,
ma la sensazione è sempre quella di grande pace e tranquillità. Il mare sembra
un po’ più mosso, ma l’acqua è sempre calda e trasparente. La camminiamo tutta
e notiamo che oltre le rocce si apre un’altra caletta, naturale prosecuzione
della principale, in cui veramente non c’è nessuno: superiamo facilmente i
bastioni di roccia e ci troviamo ancora una volta soli in un’ambientazione
paradisiaca. Restiamo comunque pochi minuti e torniamo verso il parcheggio. Il
ristorante Bonbon Plume (ci saremmo fermati a cena,
ma è aperto solo a pranzo, comunque molto carino e con prezzi accettabili) ha
anche un recinto con diverse tartarughe giganti…neanche
a dirlo, sono state alla nostra mercè per una
mezzoretta. Risaliamo in macchina e rientriamo alla Rosemary; tempo di una
doccia e via a cena in un altro dei ristoranti consigliati: La Goulue, sempre a pochi passi dalla guesthouse;
un’ottima cena allo stesso prezzo del Berjaya, però
qui ci fanno pagare in rupie, per noi più conveniente.
PASTI: pranzo al sacco, 2€ al minimarket;
cena al ristorante La Goulue, 25€ in due.
PERNOTTAMENTO: Rosemary’s Guesthouse, Cote d’or, Praslin –
www.ile-tropicale.com/rosemary -
rosemary@seychelles.com - 248.232176 tel/fax, camera
70€ con colazione.
giorno IV, mer. 19/12 PRASLIN
Stamattina escursione alla Curieuse Island, all’interno dell’omonimo parco marino,
sede di un centro per lo studio delle tartarughe giganti che solo qua (e
sull’atollo di Aldabra) vivono libere e indisturbate.
L’isola, che un tempo era un lebbrosario, si raggiunge in barca con una delle
costosissime escursioni organizzate (circa 100€ a testa, con grigliata di pesce
compresa) oppure con un taxi-boat a 15€ a testa, più 10€ a testa di biglietto
di ingresso alla riserva che si paga sul posto. Anche in questo caso Bernard ci
ha aiutato indicandoci chi faceva questo servizio, facendoci risparmiare un bel
po’ di soldini: proprio a due passi dal cancelletto della Rosemary infatti
partono queste barchette a motore (hanno anche la scritta “taxi” sul fianco)
che portano da due a sei persone sulla spiaggia delle tartarughe. La comodità,
a parte l’enorme risparmio, è che abbiamo deciso noi a che ora farci venire a
riprendere, così abbiamo gestito la visita dell’isola a nostro piacere. Va
detto che la visita organizzata e quella fai da te sono assolutamente identiche
perché la breve spiegazione viene fornita dai ragazzi che sono già sul sito ed
il percorso che porta alla doctor house è unico e si
fa a piedi senza accompagnatore. Dopo aver visitato una sorta di nursery con la
guida trascorriamo un paio di piacevolissime ore socializzando con le tartarughe
giganti in un contesto veramente paradisiaco; poi ci incamminiamo verso la doctor house, che altro non è che la residenza del dottore
che un tempo viveva sull’isola lebbrosario: ora è un piccolo museo, in realtà
abbastanza modesto. A pochi passi c’è una bella spiaggetta,
ovviamente deserta (ormai ci siamo abituati), su cui ci si può rilassare a
prendere il sole; nel nostro caso il taxi-boat ci viene a riprendere proprio lì
appena in tempo perché nuvoloni neri carichi di pioggia si stanno avvicinando
minacciosi. Su un mare non più calmo raggiungiamo la spiaggia di Cote d’or
inseguiti dal temporale: il tempo di rientrare in casa e si scatena la
tempesta. Tempesta che però dura 10 minuti e poi lascia posto ad un sole
velato, ma comunque caldissimo.
Pranziamo con una coppa di
gelato da Luca (ottimo punto di riferimento per i pasti) e decidiamo di andare
a vedere la Vallee de Mai, il parco nazionale al centro dell’isola di cui tutti
hanno parlato. Vorremmo andarci in bus, ma l’attesa alla fermata comincia a diventare
impegnativa, così fermiamo il primo taxi e per 10€ (è un furto, ma coi taxi qua
va così) ci facciamo accompagnare all’ingresso. A proposito di furti, l’entrata
costa 15€ a testa e, visto che la camminata all’interno del parco non è molto
diversa da una passeggiata lungo una qualunque strada di Praslin,
ci sentiamo di sconsigliarla. La camminata dura poco più di un’ora (si possono
scegliere diversi percorsi) che scorrono sempre uguali senza momenti di
particolare interesse; non riusciamo nemmeno a vedere il tanto reclamizzato
pappagallo nero, che dovrebbe vivere solo in questa riserva. Usciamo delusi e
decidiamo di aspettare ancora il bus che miracolosamente passa dopo soli dieci
minuti: il biglietto si fa a bordo e costa 3 rupie (circa 0,17€) per qualunque
destinazione. Inutile dire che siamo gli unici visi pallidi della comitiva.
Arriviamo alla Rosemary che è ora di cena, così ci fermiamo ancora da Luca per
una pizza niente male.
PASTI: pranzo alla gelateria Da Luca, 11€ in
due; cena alla gelateria Da Luca, 17€ in due.
PERNOTTAMENTO: Rosemary’s Guesthouse, Cote d’or, Praslin –
www.ile-tropicale.com/rosemary -
rosemary@seychelles.com - 248.232176 tel/fax, camera
70€ con colazione.
giorno V, gio. 20/12 PRASLIN – LA DIGUE
Ci godiamo l’ultima mattina a Praslin prendendo il sole sulla “nostra” Cote d’or, poi
torniamo da Luca a pranzo e in taxi (altri 10€…) raggiungiamo il porto, da cui
alle 16 parte il traghetto per La Digue (I.I.F., Inter Island Ferry, seychelles.net/iif,
iif@seychelles.net, 10€ a testa a tratta). Appena sbarcati capiamo subito che è
tutto un altro mondo: non ci sono auto (a parte un paio di taxi, l’ambulanza e
qualche trattore), si va a piedi o in bici o su carri trainati da buoi e
l’atmosfera è proprio quella dell’isola tropicale in cui non c’è altro da fare
se non godersi il sole e rilassarsi senza pensare a niente. Il tutto immerso in
una natura rigogliosissima e circondato da spiagge da sogno. Insomma, un
paradiso. Ci chiediamo quale sia l’immagine dell’eden che hanno queste
popolazioni (sono cristiani), visto che la nostra è molto simile al luogo in
cui vivono loro. Cinque minuti e siamo da Chez Marston, la guesthouse che ci
ospiterà per i prossimi quattro giorni. Marston è un
vegliardo seychellese di pelle bianca che esprime
perfettamente lo stile di vita dell’isola: calma e tranquillità. Come tutti
parla perfettamente inglese e francese, oltre al creolo, la lingua popolare che
ha suoni francesi, ma di fatto è incomprensibile come un dialetto africano. La
camera in realtà è una specie di bungalow accostato ad altri, con veranda
affacciata sul bel giardino tropicale; molto carina e pulita, sicuramente
migliore della sistemazione di Praslin. Tempo di una
passeggiatina ed è sera; ceniamo da Marston (buono il
prezzo, ma niente di speciale la cucina, diciamo accettabile).
PASTI: pranzo alla gelateria Da Luca, 12€ in
due; cena al ristorante Chez Marston,
18€ in due.
PERNOTTAMENTO: Chez Marston, La Passe, La Digue –
descrizione su seychelles.travel - mars@seychelles.sc
- 248.234023 tel, camera 80€ con colazione.
giorno VI, ven. 21/12 LA DIGUE
Ricca colazione da Marston e ci dirigiamo subito a piedi verso la spiaggia
cartolina delle Seychelles: Anse Source d’argent. La
spiaggia è all’interno di un villaggio e
per raggiungerla dalla strada occorre entrare e pagare un biglietto di 4€ a
testa; altrimenti si può comodamente procedere a piedi lungo la spiaggia
facendo una bella passeggiata di una ventina di minuti tra sabbia e acqua
bassa: dalla spiaggia risulta anche più veloce, oltre che più conveniente.
Scegliamo il percorso a piedi e quando arriviamo il cielo non è più sereno, ma
anzi minaccia pioggia: approfittiamo degli ultimi raggi di sole per ammirare
questa meraviglia. La spiaggia di sabbia chiara non è grande ed i massi di granito
che la circondano hanno tonalità che variano dal grigio più chiaro al nero,
inseriti tra le palme verdissime e l’acqua che assume tutti i toni dell’azzurro
formano un quadro realmente unico. Riteniamo sia la spiaggia più bella che
abbiamo mai visto, anche per la serenità che infonde a chi la percorre. Anche
qui, e non ci possiamo credere, non c’è nessuno. Ci godiamo un po’ la meraviglia poi i
nuvoloni diventano sempre più minacciosi e pensiamo bene di ritirarci…non
facciamo in tempo perché il temporale ci consente appena di ripararci sotto gli
alberi, che comunque riparano ben poco visto che l’acqua viene giù a secchiate.
In venti secondi siamo tutti bagnati anche con i k-way (che previdenti avevamo
preso); dopo mezzora di doccia torniamo da Marston
(per uscire dal villaggio si può passare dall’ingresso perché nessuno
controlla). Nel pomeriggio torna il sole splendente e ce lo godiamo distesi
sulla bella Anse Severe, più a nord rispetto a noi, lunga e protetta dalle
solite formazioni granitiche e, neanche a dirlo, quasi deserta. Restiamo al
sole fino a tardi ed abbiamo anche la possibilità di vedere tantissimi
pipistrelli frugivori (o volpi volanti) che arrivano sugli alberi dietro la
spiaggia per mangiare: sono enormi e bellissimi e per un po’ ci sembra di
essere a superquark. Rientriamo e ceniamo da Gregoire’s,
il fornitissimo supermercato dell’isola che la sera
diventa anche pizzeria (niente male la pizza, buoni i prezzi).
PASTI: pranzo al sacco, 6€ da Gregoire’s; cena alla pizzeria Gregoire’s,
15€ in due.
PERNOTTAMENTO: Chez Marston, La Passe, La Digue –
descrizione su seychelles.travel - mars@seychelles.sc
- 248.234023 tel, camera 80€ con colazione.
giorno VII, sab. 22/12 LA DIGUE
Anche stamattina il sole
splende caldissimo. Ci fermiamo da Gregoire’s a fare
una piccola spesa per il pranzo e affittiamo due bici a 5€ al giorno ciascuna.
Girare a piedi è comodo, ma la bici è indispensabile perché alcune zone sono
più lontane e per raggiungerle bisogna superare le colline al centro
dell’isola. Approfittando del bellissimo cielo azzurro torniamo all’Anse Source
d’argent per godercela al massimo del suo splendore;
stavolta passiamo dall’ingresso del villaggio e paghiamo il biglietto.
All’interno del parco c’è anche un grande recinto con tartarughe giganti. Arriviamo
alla spiaggia percorrendo il sentierino tra le palme
ed appena raggiungiamo la sabbia ci rendiamo conto che lo sfondo azzurro del
cielo aggiunge ancora più fascino a questa meraviglia: vorremmo passare tutti i
giorni qua. Ci concediamo ancora qualche bagno nelle piccole lagune che si
formano in fase di bassa marea (l’acqua è caldissima): notiamo comunque che non
ci sono molti pesci; infatti per fare snorkelling
occorre prenotare un’escursione in barca sulla barriera più lontana, sia qui
che nelle altre isole. Pranziamo in spiaggia e riprendiamo le bici per
dirigerci dall’altra parte dell’isola, verso Grand
Anse e Petit Anse.
La strada di montagna non è
facilissima, ma in venti minuti arriviamo a destinazione: il sole è quasi
insopportabile così dedichiamo pochi minuti a Grand
Anse (lunghissima spiaggia di sabbia chiara) e ci rifugiamo sotto gli alberi
che avvolgono il sentiero che conduce a Petit Anse e poi, molto più in là, ad
Anse Cocos. Anche qua la vegetazione è ricchissima e ogni scorcio merita una
foto; il sentiero si inerpica oltre le rocce che chiudono Grand
Anse (un paio di scarpe da ginnastica sarebbe stato più utile) e raggiunge
Petit Anse, di fatto gemella della prima, ma molto più ridotta. E ovviamente
deserta, ma ormai non serve nemmeno più dirlo. Troviamo riparo all’estremità
della spiaggia sotto i massi di granito perché il sole è ancora troppo caldo.
La spiaggia è molto carina, ma abbiamo ancora negli occhi la source d’argent e quindi ogni commento sarebbe ingiusto: in realtà
merita sicuramente di essere vista. Rinunciamo alla lunga passeggiata nella
foresta verso Anse Cocos (che immaginiamo del tutto simile a queste due) e
ritorniamo a Grand Anse, dove restiamo un paio d’ore
prima di rientrare alla guesthouse. Per cena proviamo
Zerof, un ristorantino situato un po’ più all’interno
e per questo, provate a immaginare, deserto. Il pasto è a menù fisso ed è
semplicemente delizioso, oltre che ricchissimo, tanto che risulterà largamente
il migliore di tutto il viaggio.
PASTI: pranzo al sacco, 3€ da Gregoire’s; cena al ristorante Zerof,
20€ in due.
PERNOTTAMENTO: Chez Marston, La Passe, La Digue –
descrizione su seychelles.travel - mars@seychelles.sc
- 248.234023 tel, camera 80€ con colazione.
giorno VIII, dom. 23/12 LA DIGUE
L’idea di oggi sarebbe quella
di visitare la zona est, ma il tempo non sembra perfetto, così decidiamo di
godere del sole finchè c’è. Ci dirigiamo comunque
verso nord e ci fermimo ancora un po’ ad Anse Severe,
che ormai è il nostro rifugio tranquillo; poi procediamo in bici oltre l’Ocean, il ristorante sulla punta nord dell’isola, in
direzione Anse Giuliette, ma non facciamo molta strada visto che i nuvoloni
sembrano venire proprio da quella parte. Così rinunciamo alla gita e ci
rifugiamo nella familiare Anse Severe. Pranziamo al Tarosa
per evitare di bagnarci sotto il solito acquazzone e trascorriamo il resto del
pomeriggio distesi in spiaggia a fare l’ultimo bagno di sole a La Digue. Per cena ci fermiamo a comprare qualcosa al take away di Villa Autentique: molto
conveniente, ma le porzioni sono così abbondanti che facciamo fatica a
terminare il pasto. Comunque il cibo è molto buono e vale la pena provarlo
almeno una volta.
PASTI: pranzo al Tarosa,
10€ in due; cena take away Villa Autentique,
6€ in due.
PERNOTTAMENTO: Chez Marston, La Passe, La Digue –
descrizione su seychelles.travel - mars@seychelles.sc
- 248.234023 tel, camera 80€ con colazione.
giorno IX, lun. 24/12 LA DIGUE – MAHE’
Ultima ricca colazione da Marston e poi via a riconsegnare le bici. Mini spesa da Gregoire’s e chiamiamo un beef-taxi
(come l’abbiamo chiamato noi; 7€ in tutto) per portare noi e gli zainoni da Marston al porto, da
cui alle 9:30 parte il traghetto per Praslin (I.I.F., 10€ a testa a tratta). Salutiamo La Digue con grande dispiacere e con la consapevolezza che è
questa l’isola simbolo delle Seychelles, almeno per il tipo di vacanza che
avevamo in mente. Da Praslin prendiamo poi il
traghetto per Mahè (Cat
Cocos, 40€ a testa; www.catcocos.com - info@catcocos.com -
reservation@catcocos.com), dove arriviamo poco dopo le 13 dopo un’ora di ottima
navigazione. Al porto c’è l’addetto Avis che ci aspetta col nostro nome su un
cartello per consegnarci l’auto che avevamo prenotato dall’Italia (Kia Picanto, 50€ al giorno): firmiamo il contratto e siamo
pronti ad attraversare Mahè per raggiungere la zona
di Bel Ombre, dove si trova la guesthouse Choice Villa, anch’essa prenotata prima di partire.
La guida a sinistra ormai non
è più un problema, anche se le strade di montagna strette e trafficate e senza
guardrail sono sempre da trattare con cautela, anche perché i locali le
percorrono a velocità sostenuta, indipendentemente dal tipo di mezzo che stanno
guidando, autobus compresi. Come detto riusciamo a districarci nel dedalo di
vie della capitale Victoria ed attraversiamo la foresta che ricopre le montagne
al centro dell’isola fino a Beau Valon:
trovare il Choice Villa non è affatto facile, perché
nessuno sa cosa sia ed in pratica ci infiliamo in ogni resort
hotel guesthouse nel chilometro di strada a ridosso
della chiesa, vicino alla quale sapevamo di dover andare. Alla fine vediamo un
cartello in cima ad una salita pazzesca, effettivamente subito dopo il piazzale
della chiesa. Ci inerpichiamo con la nostra macchinina e raggiungiamo
finalmente Choice Villa: una guesthouse
che si rivela più villetta che bungalow, grandissima, con uno spaziosissimo
soggiorno e cucina, due camere matrimoniali e bagno, più la veranda sul giardino
con posto auto e vista sulla spiaggia di Beau Valon…quasi troppo per noi. Una scelta che ci sentiamo di
consigliare, anche perché la cucina consente di arrangiarsi con qualche pasto
ed anche la colazione (che costerebbe 5€ a testa al giorno). Sono quasi le 15
della vigilia di Natale quando scendiamo alla spiaggia di Beau
Valon in cerca di qualcosa da mangiare: stanno tutti
chiudendo, ma per fortuna la signora del ristorante La Fontaine
si impietosisce e ci prepara due sandwiches con
patatine e coca che ci rimettono in sesto. La spiaggia di Beau
Valon è abbastanza bella, lunga e popolata,
soprattutto dai locali, ma non regge il confronto con le altre meraviglie che
abbiamo visto nei giorni precedenti. Diciamo che a Mahè
siamo rientrati nella civiltà, per modo di dire, con il traffico, le auto, la
gente, e ancora di più sentiamo la mancanza della serenità di Praslin e soprattutto di La Digue.
A questo proposito, se tornassimo indietro, toglieremmo un ulteriore giorno di
visita all’isola principale per dedicarlo a la Digue;
va detto comunque che siamo stati contenti di aver visitato anche Mahè, che serve a completare il panorama di queste
splendide isole. Facciamo la spesa in uno dei minimarket sulla strada e
rientriamo a casa, dove consumeremo la nostra prima cenetta “domestica” del
viaggio.
PASTI: pranzo al ristorante La Fontaine, 8€ in due; cena a casa, 13€ al supermarket.
PERNOTTAMENTO: Choice
Villa, Bel Ombre, Mahè – descrizione su seychelles.travel - patccile@seychelles.net - 248.322620 tel, camera 70€.
giorno X, mar. 25/12 MAHE’
Ci svegliamo presto, facciamo
colazione in casa ed approfittiamo del tempo parzialmente sereno per dirigerci
ai parchi marini della punta ovest, in zona Port Glaud e Port Launay.
Ripassiamo da Victoria ed attraversiamo tutta l’isola percorrendo le tortuose
stradine di montagna fino a Port Glaud,
per poi proseguire fino alla fine della strada su Baie Ternay.
Qui ci aspetta un’amara sorpresa: quella che doveva essere una riserva marina
in una caletta da sogno, e magari lo è davvero, si rivela essere un villaggio
turistico abbandonato e semidistrutto (non sappiamo se per abbandono o per
qualche evento naturale), con una spiaggia, seppur raccolta e carina, sporca e
completamente abbandonata. Siamo un po’ a disagio e ci passa la voglia di
fermarci, così ripartiamo subito per Port Launay. Qui la situazione è leggermente migliore, ma sempre
in un contesto semiabbandonato, con qualche barchetta
ormeggiata e niente più: va bene che è il giorno di Natale, ma tutto ci sembra
in decadenza. Anche qui non ci viene voglia di sostare, così decidiamo di
anticipare il programma di domani per dirigerci ad esplorare la zona sud-ovest
di Mahè.
La strada che corre lungo la
costa occidentale è larga e poco trafficata e spesso si aprono su essa passaggi
per le belle spiaggette sull’oceano indiano. Anche se
non siamo a Praslin o La Digue
ci rendiamo conto di essere in un luogo veramente speciale. A metà mattina
siamo già nella zona di Baie Lazare. Qui vorremmo
arrivare a Petit Anse, la spiaggia del fututo Four Season Resort,
attualmente in costruzione. La strada che porta ad Anse Soleil e Petit Anse è
strettissima e sembra sempre di aver imboccato un vialetto privato, ma visto
che non ci sono altre strade procediamo nella vegetazione: ovviamente sbagliamo
e ci infiliamo in un sentiero poco più che pedonale che porta alla residenza di
uno scultore (tale Antonio…) ed al Lazare Lodge. Solo quando la
stradina finisce ci rendiamo conto di essere sperduti in mezzo alla foresta
davanti alla casa dello scultore (che comunque sembra abbandonata); ci conforta
solo la presenza di una coppia di anziani americani che come noi si sono
ritrovati quaggiù e ci chiedono come ritrovare la strada maestra…loro
a noi… Ci facciamo insieme quatro
risate e risaliamo il sentiero fino a quello che sembra il bivio giusto (sempre
di sentieri si tratta comunque): dopo poco infatti arriviamo di fronte
all’ingresso del cantiere del Four Season. C’è un cartello che indica la deviazione a piedi
per raggiungere Petit Anse ed aggiunge che la si percorre a proprio rischio e pericolo… Ci inoltriamo comunque nella selva superando
scalinate ripidissime (sempre in sandalini e ciabatte
ovviamente) e dopo una quindicina di minuti vediamo il mare lontano e molto più
in basso di noi, così decidiamo che Petit Anse non può valere un’impresa del
genere e torniamo alla nostra macchina. Non abbiamo più rivisto gli americani. Riguadagnamo quindi la via principale e procediamo sempre a
sud verso la segnalatissima Anse Takamaka, sede
dell’omonimo lodge e ristorante. Questa si rivela
essere la migliore spiaggia di Mahè, anche se ancora
una volta ci teniamo a ricordare che è solo lontana parente delle spettacolari
spiagge delle isole più piccole. Sabbia dorata, la più scura di quelle
incontrate, palme da cocco piegate fin sul mare e sostanzialmente quasi
deserta. Dopo una mattinata in giro a cercare un punto in cui rilassarci
decidiamo che il momento è arrivato, così ci spiaggiamo
sotto una palma. Dura comunque troppo poco perché il tempo peggiora rapidamente
e facciamo appena in tempo a rientrare in macchina che inizia il diluvio.
Restiamo un po’ ad aspettare che smetta, ma poi ripartiamo verso Anse Intendance, anch’essa segnata tra quelle da vedere. Quando
arriviamo il tempo è migliorato, così parcheggiamo all’interno del Banyan Tree Resort
e percorriamo i suoi sentieri fino alla spiaggia su cui lo stesso resort si affaccia. La spiaggia è senz’altro interessante,
lunghissima e larghissima, con le onde che s’infrangono alte e fragorose. Sulla
montagna che incombe stanno numerose casette private ed anche la struttura
principale del resort, sempre in gradevole stile
coloniale inglese. Pranziamo al sacco, visto che è Natale ed i pochi ristoranti
aperti propongono i tradizionali pranzi-rapina a buffet.
Lasciamo Anse Intendance per attraversare Mahè
nel punto più stretto, in direzione Anse Marie Louise, poi risaliamo la costa
orientale fino ad Anse Royale, una lunghissima
spiaggia su cui l’oceano si abbatte con forza che termina col promontorio di Pointe au Sel.
Completiamo la risalita dell’isola fino alla capitale Victoria e poi con calma
torniamo alla Choice Villa, mentre il cielo rimane
scuro.
PASTI: pranzo al sacco; cena a casa.
PERNOTTAMENTO: Choice
Villa, Bel Ombre, Mahè – descrizione su seychelles.travel - patccile@seychelles.net - 248.322620 tel, camera 70€.
giorno XI, mar. 26/12 MAHE’
Oggi visita della capitale
Victoria. Usciamo di casa senza fretta, perché comunque anche oggi le nuvole
lasciano filtrare ben poco sole, e ci muoviamo sulle ormai familiari strade di
Victoria (in realtà ci sono tre strade principali più quella che porta all’aeroporto…). Il parcheggio in città è a pagamento (con
biglietti tipo gratta e sosta acquistabili in ogni negozietto), ma
l’equivalente di 0,20€ è ben poca cosa rispetto alle tariffe cui siamo abituati
nelle nostre città; così lasciamo l’auto e ci incamminiamo a piedi per le vie
della capitale, oggi sicuramente più popolate. Visitiamo il mercato coperto,
non diverso dai mercati delle città africane, animato e pulitissimo; camminiamo
lungo le principali vie su cui si affacciano i pricipali
negozi e ci godiamo l’ultimo giorno alle Seychelles. Tra un acquisto e l’altro
giriamo tutto il centro e ci imbattiamo nel piccolo museo di storia naturale
(ingresso 0,70€ a testa), che visitiamo con piacere.
Andiamo a finire le ultime
rupie al famoso ristorante Pirates’ Arms, dove consumiamo un ottimo pranzo con servizio
impeccabile nonostante il sovraffollamento del locale. Percorriamo poi qualche
altro chilometro in macchina fino al Craft Village, che dovrebbe essere un villaggetto
dell’artigianato creato per i turisti. Diciamo dovrebbe perché in realtà non è
altro che un bel giardinetto circondato da sei sette casette ciascuna delle
quali ospita un negozietto che offre gli stessi articoli di qualunque altro
negozio del centro, solo con minore scelta e prezzi più elevati. Salviamo solo
il laboratorio dei modellini navali, sempre affascinanti, anche se inacquistabili per problemi logistici nel trasporto.
Facciamo un breve giro, anche perché non abbiamo più rupie, e torniamo verso
casa; prima però ci fermiamo a fare una passeggiata sulla lunghissima spiaggia
di Anse aux Pins.
PASTI: pranzo al ristorante Pirates’ Arms, 17€ in due; cena a
casa.
PERNOTTAMENTO: Choice
Villa, Bel Ombre, Mahè – descrizione su seychelles.travel - patccile@seychelles.net - 248.322620 tel, camera 70€.
giorno XII, gio. 27/12 MAHE’ – CESENA
Sveglia presto e pronti a
partire per l’aeroporto: il volo per Parigi è previsto per le 9:50. Tutto
regolare anche il trasferimento a Bologna, dove atterriamo con leggero ritardo
alle 22:30. Riguadagnamo casa nostra ben oltre la
mezzanotte, stanchi ma comunque felici per la bellissima esperienza appena
vissuta.
Ci resterà il ricordo di
luoghi paradisiaci, della pace e della tranquillità di La Digue
e del rumore del mare a conciliare il sonno. Un viaggio fai da te che
consigliamo a tutti, a patto di essere disposti a sacrificare qualche comodità
in cambio di un clamoroso risparmio sulle tariffe di agenzia. Come già detto Praslin e La Digue sono le isole
più affascinanti, in particolare La Digue trasmette
un senso di calma e serenità che raramente abbiamo provato. Torniamo convinti
della bontà del nostro programma, anche se la suddivisione dei giorni potrebbe
premiare La Digue in maniera ancora maggiore; in caso
di mancanza di tempo consigliamo di sacrificare senza dubbio Mahè.
Alessandro e Sabrina http://www.chilometrocentoquattro.com/