Il
Sud-Ovest, un classico dei tour itineranti d’oltremanica
L’ennesima riprova che il nostro
cuore appartiene al Grande Nord, a qualunque latitudine!
di Barbara
Introduzione
E’ iniziato tutto come una sorta di colpo di fulmine, dopo aver letto
un articolo sugli splendidi giardini della Cornovaglia, e c’è voluto
veramente un attimo a pensare di concretizzare un giro da quelle parti. Dopo
mille ipotesi d’itinerario, mille cambiamenti e la pazienza (tanta!) dei forumisti di CSS che mi hanno supportata, ci
siamo: 19 giorni a zonzo per il Sud-Ovest dell’Inghilterra! Già, quello che
era partito come un itinerario in Cornovaglia si è esteso al Devon, poi si sono aggiunte puntatine nel Wiltshire, nel Dorset e anche
nel Somerset, fino ad includere due mie piccole
“fisse”: Oxford e Cambridge.
Le nostre guide
* Lonely Planet “Devon,
Cornwall & Southwest England” (Febbraio 2008,
19,00 €). Non avendo trovato nessuna guida in italiano dedicata alle regioni di
nostro interesse, mi sono buttata sull’edizione inglese della Lonely Planet che, come
suggerisce il titolo, è incentrata sulla zona che comprende Bristol, Bath e Somerset, Devon, Cornovaglia e Dorset.
* Le guide Traveler di National Geographic “Gran Bretagna” (2001, 8,95 €). Una vecchia
edizione trovata per puro caso in autogrill, nel cestone delle offerte
(pagata 2,90 €!), che si è rivelata utile per le località escluse dalla guida
di cui sopra.
* Due articoli
estratti da altrettanti numeri della rivista Itinerari e Luoghi: “Giardini
sul mare”, articolo dedicato alla Cornovaglia (Aprile 2008), e “Un fiume di
scienza”, articolo dedicato alla città di Cambridge (Maggio 2009).
Dove alloggiare
* Bridge Farm Bed and
Breakfast (Lower Road, Britford, Salisbury,
Wiltshire, SP5 4DY). A pochi km da Salisbury,
cinque minuti di macchina dal centro, con la cattedrale visibile fin dalla
strada del b&b, lo consiglio senza ombra di
dubbio. La colazione era abbondante, sia quella inglese che quella
continentale. Qui ci siamo fermati quattro notti e abbiamo speso a 63
GBP/notte. Accettano le carte di credito (anzi, è richiesta per il deposito
al momento della prenotazione).
* Le due notti successive siamo stati ad Exeter presso il Park View Hotel (8, Howell Road,
Exeter, Devon, EX4 4LG), in città, ma in una zona
tranquilla, sopraelevata rispetto al centro. Il centro è raggiungibile con
una passeggiata a piedi di dieci/quindici minuti (non sperimentata), oppure
in cinque minuti con la macchina. Unica pecca, la colazione con menu scarsa,
soprattutto per chi non opta per quella inglese. Carte di credito accettate,
abbiamo pagato 65 GBP a notte.
* Le tre notti
successive abbiamo soggiornato in un b&b nei
pressi di Looe, Bucklawren
Farm (St Martin by Looe, Cornwall, PL13 1NZ). La camera più bella, con vista mare,
ma in generale era molto bello tutto lo stabile. Colazione English
abbondante, meno per chi sceglie quella continentale. Anche qui abbiamo
pagato 65 GBP a notte. Accettano le carte di credito (richiesta per il
deposito al momento della prenotazione). Lo consiglio vivamente!
* Per la zona St Michael's Mount e dintorni
ci siamo affidati a Liz e Ian,
sicuramente i proprietari più simpatici e affabili che ricordo con piacere e
che ci hanno dato alcune dritte interessanti, mangerecce e non. Colazione
abbondante in entrambe le versioni, qui abbiamo speso 58 GBP a notte, carte
di credito accettate. Tregathenan House, Tregathenan, Sithney, Helston, Cornwall, TR13 0RZ.
* Lasciata la costa sud-ovest, ci siamo spostati a nord e abbiamo soggiornato
due notti in uno dei pochi hotel di Boscastle,
che è minuscolo:. Nulla da eccepire, camera spaziosa, colazione alla carta,
ma più abbondante rispetto all'altro hotel. Costo della camera 70 GBP a
notte, carte di credito accettate.
* Gli ultimi sono
stati tutti soggiorni mordi e fuggi da una notte, a cominciare da quello nei
pressi di Wells (Hillview Farm, Ashton, Wedmore, BS28 4QE).
Ovviamente ci siamo trovati bene, andavamo sul sicuro visto che ci era stato
consigliato e non posso far altro che farlo a mia volta! Qui abbiamo speso 60
GBP, carte di credito non accettate.
* A Lacock, invece, siamo stati ospiti
presso la Veitchly House (34 Reybridge, Lacock,
Chippenham SN15 2PF), cinque
minuti di macchina dal villaggio (per chi volesse, c'è un footpath
che parte dal b&b e arriva direttamente a Lacock). Anche qui la colazione era abbondante. Abbiamo
speso 65 GBP, carte di credito non accettate.
* Quello di Oxford,
15 minuti di macchina dal centro, è il b&b che
ci ha convinti di meno, se mai dovessi tornare in zona, cercherei sicuramente
un altro alloggio. L’Holloway Farm Bed & Breakfast (Waterstock,
Oxfordshire, OX33 1LJ) è in posizione infelice nei
pressi della motorway, oltretutto di
"farm" sapeva ben poco, visto che è molto moderno come arredamenti.
La struttura è decisamente nuova. Costo 69 GBP (supplemento di 5 GBP a
persona in caso di colazione continentale), carte di credito accettate.
* Per finire, l'alloggio scelto nei pressi di Cambridge, il b&b di Pat Legge (26 High
Street, Great Shelford, Cambridge, CB2 5EH), anche
questo frutto del passaparola. Qui ci siamo trovati bene e abbiamo speso 45
GBP, carte di credito non accettate. Il b&b è a
cinque minuti di macchina dal Park & Ride che abbiamo utilizzato per
raggiungere il centro di Cambridge, la soluzione più economica per chi arriva
con un mezzo proprio.
Come arrivare
Malgrado
l’indubbio fascino del viaggio on the road dall’Italia all’Inghilterra,
abbiamo optato per la soluzione più ovvia e più comoda, motivata
principalmente dal risparmio di tempo (ritardi aerei permettendo…):
il fly & drive.
Abbiamo
volato con EasyJet da Milano Malpensa a Londra
Gatwick e con Ryanair da Londra Stansted a Bergamo Orio al Serio, spendendo a
persona 62,50 € all’andata e 77,50 € al ritorno (voli prenotati a marzo).
La macchina l’abbiamo prenotata
anticipatamente tramite il sito della eNoleggioauto,
spendendo in totale 480,00 € (compresa la
sovrattassa di circa 30 € per la riconsegna del veicolo in un aeroporto
differente da quello del ritiro).
Itinerario
Lunedì 3
agosto 2009
All’alba
ci presentiamo a Malpensa e subito la prima sorpresa: il nostro volo per
Gatwick ha ben tre ore di ritardo. Facciamo il check-in, dove ci liquidano
con un laconico “ritardo tecnico” e con un buono per la colazione, poi
bazzichiamo tra i negozi e i bar dell’aeroporto fino alle 10.30: finalmente
si parte, sotto un forte acquazzone… Arriveremo mai
a destinazione? Fortunatamente sì. Sbrigate le formalità del caso, tra ritiro
dei bagagli e dell’auto a nolo, nel primissimo pomeriggio lasciamo
l’aeroporto londinese e, non senza una certa difficoltà iniziale a causa
della temuta guida a sinistra, imbocchiamo la motorway
verso sud, destinazione Brighton.
A BRIGHTON
ci colpisce subito la vivacità della cittadina, una località turistica a
tutti gli effetti gremita di turisti di ogni età, principalmente ragazzi. Qui
facciamo la prima scoperta utile: in UK per parcheggiare è necessario essere
muniti di monete, tante. Le macchinette non danno resto, nove volte su dieci
non accettano carte di credito né banconote, quindi in mancanza di spicci
bisogna sperare in qualcuno che possa cambiare le banconote lì su due piedi,
oppure prendere e andare a cercare un negozio.
Archiviata
la pratica parcheggio, la nostra attenzione è subito catalizzata
dall’inconfondibile mole del Royal Pavilion, che purtroppo non avremo modo di visitare al
suo interno, ma soprattutto dal Palace Pier, il luna-park sul molo. Ed è
proprio nei pressi del Palace Pier che finiremo per trascorrere il
pomeriggio, tra scatti fotografici e un piatto di fish
& cips, crogiolandoci al sole.
Nel
tardo pomeriggio lasciamo Brighton perché abbiamo diversi km da macinare per
arrivare al nostro primo alloggio. Ci spostiamo, infatti, nell’entroterra,
nei pressi di Salisbury, dove rimarremo per i prossimi tre giorni.
Martedì
4 agosto 2009
L’imprevedibilità
del British weather non
si smentisce e passiamo dal sole cocente di ieri alla pioggia. Di buon
mattino, dopo un’abbondante e piacevolmente lunga colazione, lasciamo il b&b alla volta di WINCHESTER, prima tappa
della giornata. Ovviamente ci presentiamo subito al cospetto della splendida
cattedrale, la prima della serie. L’ingresso è a pagamento (6 GBP) e secondo
la nostra guida stiamo visitando gli interni del più alto edificio medievale
al mondo.
Passando
attraverso il parco che circonda la cattedrale, non un filo d’erba fuori
posto, imbocchiamo una vietta che immette nella
brulicante High Street, dove ci fermiamo a pranzare: facciamo così la
conoscenza delle Cornish pasties,
presso quella che scopriremo essere una delle catene più diffuse:The West Cornwall Pasty Company.
Proseguendo
per il nostro giro, passiamo davanti alla casa di Jane Austen
(tante le testimonianze legate alla scrittrice in questa zona, la sua tomba è
proprio qui a Winchester, all’interno della cattedrale), al Winchester
College, purtroppo non visitabile, poi ci spostiamo alle rovine del Wolvesey Castle. Da qui, un
sentiero conduce al fiume e alla passeggiata che lo costeggia e che ci
ricollega al centro della città. Dopo aver visitato il vecchio mulino, di
proprietà del National Trust e quindi a ingresso gratuito avendo sfoggiato le
nostre tessere associative del FAI (fatte proprio in
prospettiva di questo viaggio), ci ritroviamo di nuovo sulla High Street e
facciamo una sosta allo Starbucks locale.
Sono le 16 quando lasciamo Winchester in
direzione Salisbury, ma prima, nonostante il tempo non sia per niente
migliorato, deviamo per STONEHENGE, la curiosità è troppa. Il
complesso monumentale è veramente imponente, peccato solo per la posizione
infelice, in pratica sulla strada, per la recinzione e per la confusione:
macchine, bus, turisti in processione, senza contare quelli che rallentano o
accostano per uno scatto al volo. L'ingresso è a pagamento (6 GBP), ma
sinceramente penso che non ne valga la pena: la visita consiste solo in un
percorso circolare intorno al complesso, ma ad una distanza enorme.
Torniamo
mestamente alla macchina, nel frattempo ricomincia a piovere, e via verso la
nostra SALISBURY, con il suo centro raccolto e a misura d’uomo.
Facciamo un giro per le vie sorprendentemente deserte, poi ci rifugiamo in un
pub per sfuggire all’umidità e per familiarizzare con gli orari inglesi della
cena. Qui non si sgarra, si mangia tassativamente dalle 18 alle 21. Su
consiglio della nostra guida, scegliamo il vecchio Haunch
of Venison, un pub
famoso, più che per il cibo, per la reliquia conservata in una nicchia del
locale: la mano mozzata di un baro del Settecento e le sue carte da gioco (ma
noi non l’abbiamo vista).
Mercoledì
5 agosto 2009
Stamane
facciamo un passo avanti: il cielo è grigio e immobile, ma non piove. E’
fuori discussione, però, che svegliarsi e trovarsi faccia a faccia con quel
sottile strato di nebbia ha il suo fascino in luoghi come questi!
Torniamo
a Salisbury per dedicare il giusto tempo alla sua meraviglia, la cattedrale
(ingresso 5 GBP), dopodiché valutiamo di sfuggire ai nuvoloni che incombono
sulla città tornando a sud. Abbiamo ancora negli occhi le immagini di un
paese, ma soprattutto del suo castello, che abbiamo intravisto il primo
giorno lungo il tragitto Brighton-Salisbury.
Le
attività del grazioso villaggio di ARUNDEL ruotano attorno
all’attrazione turistica principale, il Castello appunto, che è veramente
imponente. Decidiamo di visitarlo subito dopo pranzo, scegliendo la formula
“ridotta”: con il biglietto a 8,50 GBP abbiamo diritto alla visita dei
giardini, della cappella e di una parte del castello stesso, ma non delle
stanze. La visita, se completa, porta via un paio d’ore. Una menzione
particolare la merita il Collector Earl’s Garden nei pressi della cappella, molto curato e
scenografico.
Visto
che ci siamo spinti fino a sud e visto che il volo di lunedì ci ha costretti
a limitare la visita di Brighton, decidiamo di tornarci per dedicarci alla
zona più pittoresca della città, i vicoletti del centro storico, i Lanes. Dopo aver girovagato senza meta per un paio d’ore,
tappa da Starbucks inclusa, ceniamo in uno dei
numerosi pub che fanno a gara nell’”inghiottire” turisti, poi passiamo il
resto della serata sul lungomare, nei pressi del Palace Pier, praticamente
illuminato a giorno.
Giovedì
6 agosto 2009
Piove!
Oggi cambiamo contea, il Dorset, ma il tempo
nell’entroterra non sembra affatto migliorare. Arriviamo a SHERBORNE
durante la mattinata e, dopo una puntatina all’ufficio del turismo per
recuperare una mappa della cittadina, iniziamo il giro partendo dall’Abbazia.
Seguiamo passo dopo passo l’itinerario proposto dalla nostra cartina, che ci
permette di scoprire tutte le attrazioni del paese: lo storico ospizio, un
paio di giardini pubblici, diversi manieri e dimore storiche, la vivace Cheap
Street, la Sherborne School.
Per pranzo ci fermiamo in un pub del centro, attendendo pazientemente che la
pioggia battente quantomeno diminuisca, ma invano. Raggiungiamo così il nuovo
Castello di Sherborne (ingresso 9 GBP), che
visiteremo anche all’interno. Dopo le (poche) foto di rito nei giardini,
lasciamo Sherborne alla volta di Shaftesbury.
Prima, però, facciamo una piccola deviazione, visto che la Lonely Planet ci informa che
siamo a pochi minuti di macchina dal celebre CERNE GIANT, uno dei
tanti enigmi del Sud-Ovest: un figurino un po' uomo preistorico e un po'
divinità realizzato con il gesso, che incombe su di noi dal fianco di una
collina. Ancora oggi il suo significato è un totale mistero, qualcuno
ipotizza che possa trattarsi di una rappresentazione di Ercole. Una curiosità
da Lonely Planet: solo
alle pecore è consentito pascolare nei pressi del Cerne
Giant, le mucche
provocherebbero troppi danni alle linee.
A SHAFTESBURY facciamo un
ingresso trionfale sotto un vero e proprio acquazzone, quasi ci viene voglia
di mettere la freccia e tornare indietro, ma c’è una valida ragione per non
farlo: la celeberrima Gold Hill. E’ talmente bella
che la percorriamo su e giù incuranti della pioggia.
Rientriamo al b&b
prima del previsto, passando ancora una volta da Stonehenge, perché vale
sempre la pena di dedicargli anche un solo rapido sguardo, e ci godiamo una
lunga e quanto mai meritata doccia d’acqua bollente. Per la cena ci affidiamo
ad un altro pub di Salisbury.
Venerdì
7 agosto 2009
Oggi
lasciamo il Wiltshire e…
c’è il sole! Caricati armi e bagagli partiamo alla volta di Stonehenge (sì,
ancora!) e finalmente riusciamo a vederlo con una luce decente: adesso sì che
si possono fare delle foto!
Il
nostro viaggio prosegue ancora una volta verso sud, destinazione la costa del
Dorset. Prima, però, facciamo una deviazione per
andare a visitare le scenografiche rovine del CORFE CASTLE e l’omonimo
villaggio. Il sito è di proprietà del National Trust, quindi anche in questo
caso mostrando le nostre tessere FAI ci garantiamo l’ingresso gratuito. Corfe Castle sorge su un’altura
che assicura una superba vista sul villaggio e sulle colline circostanti.
Dopo una
veloce jacket potato in paese, riprendiamo il
nostro cammino verso una vera meraviglia della natura, sicuramente una delle
cose che ci hanno colpiti di più: il DURDLE DOOR, eccezionale porta
d’ingresso della Jurassic
Coast. Anziché seguire le indicazioni per il parcheggio del Durdle Door, proseguiamo oltre,
verso Lulworth Cove. Consiglio di farlo per il
panorama che si apre in questo tratto di mare, ma soprattutto perché la
camminata per raggiungere il Durdle Door, sicuramente più lunga e faticosa (all’andata,
perché al ritorno è in discesa), mozza il fiato per lo scenario che offre.
Questo
tratto di mare è molto frequentato dai bagnanti e oggi è una giornata
particolarmente calda, sembra di stare su uno dei nostri litorali. Affaticati
dalla scarpinata, decidiamo quindi di concederci una meritata sosta relax in
spiaggia e indugiamo volontariamente in zona. A questo punto, per questioni
di tempo, ci ritroviamo a dover rinunciare a parte della Jurassic
Coast e puntare direttamente su Exeter, la nostra
prossima tappa, ma decisamente senza rimpianti.
Arriviamo
a Exeter giusto per depositare i bagagli e scendere in centro per la cena. Ci
affidiamo alla Lonely Planet
e la scelta cade, non proprio casualmente, su Herbies,
un buon ristorante vegetariano.
Sabato 8
agosto 2009
La
giornata di oggi è interamente dedicata alla scoperta del DARTMOOR
NATIONAL PARK. A mano a mano che ci addentriamo nel parco e che ci
lasciamo alle spalle i centri abitati ci accorgiamo di quanto sembri magico questo posto, distese di brughiera punteggiate di
piccoli laghetti, regno incontrastato di pecore, ma soprattutto dei famosi
pony del Dartmoor che non sembrano mostrare nessuna
paura ma solo tanta curiosità per coloro che, come noi, decidono di fermarsi
per uno scatto fotografico.
Dopo una sosta a POSTBRIDGE
per ammirare il ponte di pietra sull’acqua risalente al XIII secolo,
arriviamo a Princetown, anonima cittadina che
ospita uno dei centri informazioni del parco. Recuperiamo una cartina più
particolareggiata di quella della nostra guida e visitiamo l’esposizione sul
parco, gratuita, allestita all’interno dei locali. Tra poster, cartoline e
libri illustrati, ma anche gadgets di ogni genere
(in gran parte dedicati al Signor Sherlock Holmes, “Il mastino dei Baskerville” è
ambientato proprio in questa zona), ci rendiamo conto delle innumerevoli
attività che si possono svolgere all’interno di questo parco: trekking tra
foreste e brughiere, alla ricerca delle testimonianze preistoriche che in questo
territorio abbondano, tour in bicicletta, gite a cavallo, pesca e canoa.
Ripresa
la macchina, proseguiamo oltre verso l’ABBAZIA DI
BUCKLAND, inizialmente abbazia cistercense, ma poi trasformata in abitazione privata e
che fu anche dimora di Sir Francis Drake. Oggi il complesso è gestito dal
National Trust e la visita degli interni permette di farsi un’idea sulla vita
dei signori nell’epoca Tudor.
Lasciata
l’abbazia, cartina alla mano e con lo stomaco che comincia a brontolare,
facciamo marcia indietro e lungo il percorso ci fermiamo presso la cittadina
di TAVISTOCK, uno dei centri abitati più grandi all’interno del parco.
La nostra attenzione è catturata dal mercato coperto nei pressi del
municipio, dove ci perdiamo tra una bancarella e l’altra, vendono davvero
ogni cosa (e io finalmente trovo l’adattatore per la corrente elettrica che
cerco da giorni…). Pranziamo in un piccolo locale
all’interno dell’edificio, poi riprendiamo il nostro cammino.
Seguiamo
l’indicazione per LYDFORD GORGE, un po’ una mezza delusione in realtà,
visto che di gole ne abbiamo già viste altrove e queste non possono certo
competere. Anche la cascata, pomposamente insignita del titolo di uno dei
luoghi più romantici del sud-ovest, non è nulla di eccezionale.
Un’altra
attrazione del National Trust che raggiungiamo di lì a poco è DROGO CASTLE,
un massiccio castello in granito che, visto il nostro arrivo pressoché in
orario di chiusura, potremo visitare solamente da fuori, passeggiando nei
suoi giardini.
Ritrovandoci
di lì a poco al nostro punto di partenza, decidiamo di concludere la giornata
sulla Jurassic Coast. BEER
è un prototipo di villaggio di pescatori, una via principale che conduce
al piccolo porto e una manciata di case bianche a fare da contorno ad uno
scenario da favola. Villaggi come Beer possono
essere più o meno turisticizzati, ma tendono
comunque a conservare un certo fascino e, in certi casi, una certa parvenza
di autenticità.
Dato che
siamo alla fine della giornata e la ricerca di un ristorante non dà risultati
soddisfacenti, ritorniamo ad Exeter a colpo sicuro: secondo round da Herbies!
Domenica
9 agosto 2009
Di buon
mattino lasciamo Exeter, che di fatto non abbiamo visto, se non con rapide
passeggiate serali pre e post cena, e ci buttiamo
di nuovo sulla costa. Abbiamo in programma alcune delle località della
celebre English Riviera.
Tralasciando
Torquay, ci siamo imbambolati di fronte alle caratteristiche tinte pastello
degli edifici in stile georgiano di PAIGNTON, per non parlare del suo
lungomare, con la sfilza di cabine colorate una attaccata all’altra
(attrezzatissime, alcune con tanto di angolo cottura. Passeggiare a ridosso
della spiaggia con il profumino inebriante di uova e bacon che aleggia
nell’aria ha il suo perché!).
A BRIXHAM,
poi, assaggiamo per la prima volta il cream tea e a
seguire facciamo una sosta molto più lunga presso la bella cittadina di DARTMOUTH,
che merita davvero. Il centro brulica di turisti ed è molto caratteristico,
con una piacevole passeggiata sul molo dal quale ammirare le barche che
sfilano (e le persone che, attrezzate di filo, amo e secchiello, sono
letteralmente sdraiate e si sporgono verso l’acqua tentando di pescare
granchi).
Dopo una
pasty ristoratrice riprendiamo la nostra macchina
perché abbiamo come obiettivo di proseguire lungo tutto il tratto costiero
fino alla punta, Start Point, e al suo bianchissimo faro. Per farlo
passiamo prima per il minuscolo villaggio di pescatori di BEESANDS, ma
soprattutto seguiamo il consiglio della Lonely Planet e deviamo per SOUTH HALLSANDS, dove ci sono
i resti di un vecchio villaggio costiero distrutto nel 1917 da una
catastrofica tempesta che ha letteralmente spazzato via le case. La storia
del villaggio è raccontata da alcuni pannelli informativi nell’apposito punto
d’osservazione. Qui facciamo anche la conoscenza di due signori inglesi che
sono i discendenti di alcune delle persone colpite dalla disgrazia e che in
quell’occasione persero praticamente tutto.
START
BAY è un
paesaggio costiero di tutto rispetto, con le verdi colline che sembrano
splendere sotto il sole e tuffarsi nell’acqua. La percorriamo tutta fino al
parcheggio che anticipa il percorso pedonale per raggiungere il faro.
Con una
bella camminata, disturbata solo da fastidiosissimi moscerini, ci ritroviamo
quindi al cospetto del faro di START POINT. Purtroppo non lo
visiteremo al suo interno perché siamo in prossimità dell’orario di chiusura,
ma ne è comunque valsa la pena, siamo totalmente ripagati dalla vista che si
gode da qui.
Ritorniamo
sui nostri passi e ci prepariamo per gli ultimi km della giornata. In serata
raggiungiamo Looe, dove faremo tappa per tre notti.
Lunedì
10 agosto 2009
Sotto un
cielo bigio e una pioggerellina così sottile che sembra quasi palpabile
decidiamo di giocarci il nostro asso nella manica, che poi è anche la ragione
che ci ha fatto finire in UK: ci dedicheremo ad un paio di dimore storiche,
con annessi giardini, della Cornovaglia.
Iniziamo
dalla bellissima dimora storica di COTEHELE. Arriviamo leggermente in
anticipo rispetto all’orario di apertura dell’edificio, quindi facciamo con
calma il biglietto d’ingresso e poi gironzoliamo senza meta per il giardino,
impeccabilmente curato, curiosando tra un fiore e l’altro. La dimora ci
impressiona per la cura degli interni e per l’uso di un legno particolarmente
scuro che conferisce alla casa un’aria molto elegante.
Dopo Cotehele, ci spostiamo di alcuni km e ripetiamo
l’esperienza a LANHYDROCK. L’edificio e i giardini sono molto più
grandi di quelli di Cotehele e anche la quantità di
turisti cresce in maniera esponenziale a mano a mano che percorriamo il
sentiero all’interno del parco e ci avviciniamo all’edificio. Gli interni
sono tanti e anch’essi molto curati, la visita di Lanhydrock
richiede sicuramente più tempo rispetto a Cotehele.
Sia Cotehele sia Lanhydrock sono di proprietà del National Trust, quindi
ancora una volta, grazie alle nostre tessere FAI, entriamo gratuitamente.
Terminata
la visita delle due dimore, fedele Lonely Planet alla mano, scopriamo di essere nei pressi delle
rovine del circolare RESTOMEL CASTLE (ingresso 3,00 GBP), quindi ci
fiondiamo al suo cospetto, nel frattempo ha ricominciato a piovigginare.
Nel
pomeriggio il cielo si apre, quindi torniamo sulla costa, destinazione il
piccolo villaggio portuale di MEVAGISSEY, vicino a Fowey,
un'accozzaglia di funi, barche, boe, tanto disordinata quanto affascinante!
L'unico neo di Mevagissey, e non solo suo, è il
traffico, turistico e non. Spesso c'è solo una strada principale, magari
stretta e a doppio senso, che attraversa il paese e quindi è sempre un gran
caos, tra macchine e turisti a piedi che intralciano il passaggio.
Per cena
decidiamo di andare a Polperro, che già così,
semi-nascosta dalla debole luce serale sembra bellissima. Ovviamente questo
sarà solo un assaggio, ci torneremo forse già domani per dedicarle il giusto
tempo.
Martedì
11 agosto 2009
Dedichiamo
gran parte della giornata alla poco battuta, a torto, secondo me, RAME
PENINSULA. Procedendo molto a rilento lungo la Whitesand
Bay, che ci regala in ogni momento una valida scusa per una sosta panoramica,
raggiungiamo la punta estrema della penisola, RAME HEAD, che offre
magici scenari sia verso est, verso il Devon, sia
verso ovest, lungo la costa della Cornovaglia.
Seguiamo
passo dopo passo il profilo della penisola e per pranzo ci fermiamo nella
località marittima di Cawsand per l’immancabile pasty del giorno!
Proseguendo oltre, arriviamo fino al punto di imbarco dei
traghetti per Plymouth e il suo grande porto. Qui cogliamo l’occasione per
una passeggiata nei giardini e nel verdissimo parco che circondano Mount Edgcumbe House.
Il
nostro giro per la Rame Peninsula può dirsi
concluso, quindi facciamo marcia indietro e ci rimane giusto il tempo di
visitare la cittadina di FOWEY, che non ci entusiasma particolarmente,
prima di dedicarci, come da copione, a POLPERRO, sicuramente il più
famoso fra tutti i villaggi del sud-ovest.
Si
arriva e si lascia la macchina in un grosso e cementoso
parcheggio fuori dal centro che fa preoccupare un po', ma basta una camminata
di una decina di minuti per tirare un sospiro di sollievo e perdersi nei
vicoletti del centro, ben raccolto attorno al porticciolo e dalle
caratteristiche casette bianche. Un'alternativa alla camminata, il minibus,
veramente mini, che raccatta le persone in prossimità del parcheggio e che fa
la spola col centro.
Polperro di giorno è sicuramente più luminosa e brulicante di
tanti, troppi turisti, noi compresi, ma non è certo da lasciarsela scappare.
Dopo esserci persi tra i suoi vicoletti e dopo la breve scarpinata che permette
di assicurarsi una vista della baia da posizione sopraelevata, ci perdiamo
fra le barche, più o meno piccole, del porto, seguendo anche alcune
operazioni di scarico del pesce pescato della giornata. Da non perdere il
colpo d’occhio sulla baia e sull’ingresso al porto dalla scogliera.
Per cena
ci infiliamo nell’ennesimo pub, quello che avevamo scelto ieri, ma che era, e
a ragione, pieno.
Mercoledì
12 agosto 2009
Nella
prima mattinata lasciamo Looe e rimaniamo nei
pressi di Falmouth, nel pomeriggio abbiamo
appuntamento all’aeroporto di Newquay per il cambio
della macchina. Ebbene sì, nelle strette stradine di campagna della
Cornovaglia abbiamo fatto il danno: specchietto lato passeggero disintegrato.
Fortunatamente per noi, al momento del ritiro dell’auto abbiamo fatto
un’assicurazione aggiuntiva a copertura di qualsiasi tipo di danno, quasi una
profezia…
Visto il
tempo incerto, decidiamo di visitare il NATIONAL SEAL SANCTUARY (ingresso
12,90 GBP), un centro di recupero delle foche che ospita sia esemplari temporaneamente
in cura, sia quegli esemplari che, a causa delle loro condizioni di salute,
non possono più tornare in mare aperto. E’ un peccato solo che il centro sia
più incentrato a risultare un parco giochi per attirare famiglie con bambini.
Dopo una
sosta tecnica a PENZANCE per prelevare, in previsione dello
spostamento a Newquay andiamo a visitare TRURO,
dove pranzeremo anche. Penzance e Truro sono molto vivaci, ma quando cittadine come queste
superano una certa dimensione e cominciano a presentarsi come una sfilata di
Caffè Nero, Subway e Starbucks sembrano diventare
automaticamente un po’ anonime.
All’aeroporto
facciamo un salto dalla nostra ormai ex Volkswagen Polo alla nuova Opel Corsa
e poi via, destinazione Helston, dove rimarremo per tre notti presso il b&b di Liz e Ian.
Giovedì
13 agosto 2009
Ci
svegliamo con quel sottile strato di nebbiolina oramai familiare e dopo la
colazione, cartina alla mano, partiamo alla scoperta della LIZARD
PENINSULA il cui nome, come ci ha gentilmente spiegato Ian, non ha nulla a che vedere con la lucertola (“lizard” in inglese), ma è l’unione di due parole
dell’antica lingua Cornish che significano “High Cliffs”.
Il sole
ci sorprende inaspettatamente durante la visita del minuscolo villaggio di DURGAN,
che conta a malapena una decina di edifici. Dopo le foto di rito alle case e
alla baia, decidiamo quindi di fare retromarcia e di approfittare di questo
sole per la visita del famoso St Michael’s Mount,
già ammirato la sera precedente durante un giro di perlustrazione prima della
cena.
Il ST
MICHAEL’S MOUNT è raggiungibile a piedi, grazie al passaggio lastricato
che conduce fino alla spiaggia ai piedi dell’abbazia, oppure, in caso di alta
marea, con un servizio navetta garantito da diverse barchette che fanno la
spola con la terraferma (1,50 GBP a tratta). L’abbazia dell’isola è di
proprietà del National Trust, quindi per noi l’ingresso gratuito è garantito
anche qui.
Una
volta sbarcati ci dirigiamo subito all’abbazia e iniziamo la passeggiata in
salita che conduce all’ingresso dell’edificio. A mano a mano che si sale il
paesaggio è sempre più superbo, con il piccolo porto ai nostri piedi e tutta
la baia che si estende di fronte a noi.
Terminata la visita, sotto un cielo azzurro da cartolina,
ci divertiamo insieme ad altre persone a guardare i temerari che, acqua alla
cintola e zaini sopra la testa, tentano di approdare sull’isola a piedi e poi
andiamo a visitare i giardini ai piedi dell’abbazia, una buona occasione,
oltre che per osservare le molteplici varietà floreali, per ammirare
l’immenso edificio da una prospettiva diversa.
Pur
essendo fermamente convinta che l’accostamento forzato col “fratello
maggiore” francese non vada a suo vantaggio, non si può pensare di arrivare
fin qui e di non visitare St Michael’s Mount. Senza
contare che, a differenza di quanto avvenuto in Francia, abbiamo avuto
occasione di renderci realmente conto di come funzionino le maree e di quanto
questo fenomeno sia caratteristico.
A questo
punto riprendiamo la visita della Lizard Peninsula da dove ci eravamo interrotti e ci rechiamo
proprio a Lizard, anonima cittadina che offre una
sola ragione (validissima) per essere visitata: l’Ann’s
Pasty Shop, a detta di molti locali il posto
migliore per assaggiare una vera Cornish Pasty!
Non
lontano dalla cittadina si staglia il profilo del faro che domina la ventosa LIZARD
POINT (ingresso al faro a pagamento, così come il parcheggio, che costa
2,50 GBP. A sorpresa, noi non paghiamo nulla poiché il National Trust
gestisce anche alcuni parcheggi, tra i quali questo).
Sulla
strada del ritorno dalla Lizard Point facciamo una
piccola deviazione in direzione della scenografica KYNANCE COVE, una
spiaggia riparata da altissime scogliere di colore scuro che fanno da
contrasto ad un mare cristallino, il colpo d’occhio è spettacolare. Anche
questa zona è tutelata dal National Trust (parcheggio 3,50 GBP).
L’ultima tappa della giornata è il piccolo paese di CADGWITH, un villaggio di pescatori dall’aria genuina. Il
minuscolo porto, in pratica la spiaggia del paese, è un brulicare di
barchette colorate ed è in fermento. Una piccola caletta dall’acqua limpida è
presa d’assalto dai locali e dai pochi turisti. Degna di nota la chiesetta,
tutta in legno.
Ritornando
verso Helston, facciamo solo una rapida sosta alla
spiaggia di GUNWALLOE COVE per vedere la chiesa del XV secolo per metà
coperta dalla sabbia.
Prima di
cena, concludiamo la giornata gustandoci St Michael’s
Mount al tramonto. Siamo talmente affascinati dal fenomeno della marea che
sta salendo in modo repentino da non renderci conto dell’orario e, come
temevamo, non troviamo più un pub che abbia ancora la cucina aperta! Scartata
l’ipotesi di affidarci ad un paio di take-away di Porthleven
che non ci ispirano troppa fiducia, ci rassegniamo al nostro destino: a letto
senza cena!
Venerdì
14 agosto 2009
Oggi ci
dedicheremo all’estrema costa occidentale della Cornovaglia, arrivando fino
alla famigerata Land’s End.
Per
prima cosa facciamo una sosta allo spettacolare e famoso MINACK THEATRE
(ingresso 3,50 GBP) di Porthcurno, il teatro
costruito a picco sull’oceano. Occorre informarsi sulla stagione teatrale in
corso prima di andare a visitarlo, per non incorrere nel rischio di trovarlo
chiuso per le prove o per le esibizioni vere e proprie.
Dal Minack Theatre a LAND’S END
il passo è breve. Tolto il luna-park che ci si trova davanti non appena si
arriva, davvero desolante l’idea di aver potuto pensare ad un’installazione
del genere qui, la vista non è niente male e le scogliere sono imponenti. Per
poter parcheggiare ovviamente si paga, 4 GBP.
Ci
rifacciamo dell’aria artificiosa che si respira a Land’s
End non appena mettiamo piede nel piccolo villaggio di pescatori di MOUSEHOLE,
altra chicca imperdibile in un viaggio in queste zone. E' caratterizzato da
un ingresso al porto ben stretto. Il suo nome, insomma, non è casuale (mouse
= topo, hole = buco).
A Mousehole mi lascio tentare da
un simpatico acquisto, un sacchetto di coloratissime conchiglie. Tutto il
sud-ovest, soprattutto in campagna all'ingresso delle fattorie, è disseminato
di banchetti dove vendono svariate cose: dai fiori alla verdura, dalle
conserve fatte in casa ai libri usati. Anche in Danimarca li avevamo visti,
ma non frequentemente come in UK. Si sceglie e si lasciano i soldi
nell'apposito contenitore oppure nella cassetta della posta.
Visto
che abbiamo tempo, facciamo una piccola escursione anche sulla costa nord,
spingendoci fino al villaggio di ZENNOR, dove dopo aver sbirciato tra
un casolare e l’altro e nei pressi della chiesa, ci concediamo una tazza di tè
caldo e una fetta di torta presso l’ostello locale.
Per cena ci affidiamo ad un pub di Mullion,
sulla Lizard Peninsula,
consigliatoci da Ian. Un pub “vero”, dove
nell’attesa di sederci ad un tavolo libero, sostiamo all’affollatissimo
bancone, guardando alcuni avventori che giocano a freccette.
Sabato
15 agosto 2009
E’
giunto il tempo di cambiare sponda geografica e di spostarci sulla costa
nord, a cavallo fra Cornovaglia e Devon, e qui
tutto cambia. Siamo nel regno dei surfisti, delle spiagge sferzate dal vento,
dei paesaggi più aspri, del cielo che cambia, se possibile, in maniera ancora
più repentina. Oltre a tutto questo, a fare da sfondo al lento e inesorabile
viaggio verso est, quindi verso la fine della nostra avventura, piccole
località più o meno turistiche come St Ives, la
prima tappa della giornata.
ST IVES è un paese più turistico di tanti
altri e anche molto più grande. Qui c'è la succursale della Tate di Londra,
ma non l'abbiamo visitata perché le abbiamo preferito la ventosa spiaggia che
c'è di fronte, un brulicare di surfisti e di coraggiosi bagnanti pronti a
sfidare le onde sotto l’occhio vigile di attenti bagnini, che per un attimo
ci fanno credere di essere su una spiaggia di Malibu!
Il
centro di St Ives è veramente caratteristico, e in
generale merita il colpo d'occhio dall'alto, basta uscire dal centro e
prendere una qualsiasi via in salita.
Dopo una
tappa in farmacia, visto che proprio a St Ives ho
rischiato di rovinare clamorosamente al suolo e ho preso una storta alla
caviglia che fa sempre più male, ci fermiamo per l’ennesima pasty lungo il tragitto che ci conduce alla nostra
destinazione finale: Boscastle.
Sbrigate
le formalità del caso alla reception dell’hotel, concedo un po’ di meritato
riposo alla mia povera caviglia e nel frattempo veniamo completamente
assorbiti da una puntata dello show “America’s got talent!”.
Non
senza una certa fatica, decido comunque di andare a Port
Isaac.
Del
villaggio di PORT ISAAC, per quanto caratteristico e suggestivo, ci
lascia perplessi il fatto che permettano alle auto di parcheggiare – a
pagamento, oltretutto – sulla spiaggia, rovinando non poco l’atmosfera.
Attenzione al cartello posto vicino all’ingresso della spiaggia che indica
l’orario entro il quale spostare l’auto, a causa della marea.
Visto che a Port Isaac non
troviamo nessun ristorante che ci ispiri, ritorniamo a Boscastle
e ceniamo nel ristorante dell’hotel, decisamente promosso!
Domenica
16 agosto 2009
Miracolo
dell’ibuprofene, mi sveglio con la caviglia
leggermente meno gonfia e meno dolorante. Un po’ titubante decidiamo quindi
di procedere con la visita delle rovine del castello di Tintagel
(ingresso 4,90 GBP), non lontane dalla nostra Boscastle.
Tolto
tutto il merchandising che gravita intorno a Mago Merlino & Co., il
villaggio di TINTAGEL non è affatto male e, oltre alle rovine del
castello, consigliatissime quanto meno per le
scogliere mozzafiato a picco sull’oceano, vale la pena di visitare l’antico e
minuscolo Post Office, una casa in pietra del XIV secolo sotto la tutela del
National Trust.
Non
avendo altri obiettivi per la giornata, pesco dalla nostra Lonely Planet un itinerario
costiero verso nord, alla scoperta della Hartland Peninsula. Prima, però, una sosta carburante a base di pasties a Bude.
Sotto un
vento insistente e un po’ fastidioso che sferza la costa, parcheggiamo l’auto
nei pressi di HARTLAND POINT e poi imbocchiamo il percorso pedonale
che, in posizione sopraelevata rispetto al piccolo faro, ci permette di
ammirare a 360° il paesaggio. Per motivi di sicurezza, la strada che conduce
al faro è chiusa, quindi rimaniamo sul nostro punto di osservazione, dove
veniamo ripagati del vento con l’avvistamento di un paio di foche.
Il Devon più selvaggio, però, ha ancora modo di riservarci
delle sorprese, perché raggiunge l’apice a HARTLAND QUAY (parcheggio 2
GBP), imponenti rocce grigie levigate nel corso del tempo, dalle punte
aguzze, che sembrano quasi intagliate. A fare da sfondo un cielo altrettanto
grigio che rende l’atmosfera ancora più affascinante. Con qualche sprazzo di
sole che ogni tanto fa capolino, poi, le rocce e l’acqua, che si insinua in
ogni dove, sembrano brillare!
Lasciamo Hartland Quay
solo per spostarci di una manciata di km verso nord, alla volta di Clovelly.
Il
piccolo villaggio di CLOVELLY ha cercato di mantenere nel tempo il suo
stile originale e oggi è una specie di museo a cielo aperto, senza macchine e
tutto di proprietà della stessa famiglia. L'opuscolo che ci hanno dato spiega
che, nel corso dei secoli, sono state solamente tre le famiglie che si sono
passate la proprietà del villaggio. L'ingresso è a pagamento (5,75 GBP) e
l'obolo viene impiegato per il mantenimento degli edifici, che vengono
riparati utilizzando solo materiali tradizionali.
Imbocchiamo
la via che conduce al villaggio e subito facciamo un simpatico incontro con
due dolcissimi asini. Per secoli questi animali sono stati la principale
forma di trasporto, del resto i vicoli sono troppo stretti per un qualsiasi
tipo di veicolo. Oggi non vengono più impiegati per questa funzione, ma sono
sicuramente una forte attrazione turistica, soprattutto per le famiglie con
bambini.
Essendo
tardo pomeriggio troviamo pochi turisti a gironzolare e a curiosare in ogni
dove, quindi ci gustiamo la visita in tranquillità. Il villaggio è tutto in
discesa e degrada vertiginosamente verso il mare. Facile scendere fino in
spiaggia, un po’ di fiatone per ritornare alla macchina.
Per cena
facciamo ritorno a Boscastle, dove “tradiamo” il
nostro hotel per cenare in un altro ristorante.
Lunedì
17 agosto 2009
Oggi
lasceremo definitivamente la costa per spostarci nell’entroterra, ma prima
tocca alla visita di BOSCASTLE, il paese che ci ha ospitati e al quale
finora non abbiamo dedicato molto tempo.
Boscastle è talmente piccolo che lo si gira in un’ora a dir tanto,
e gran parte del tempo va dedicato all’antico porto e al paesaggio che si
ammira dagli scogli che in parte ne proteggono l’ingresso.
Uno dei
simboli di Boscastle è “The harbour
light”, un edificio del sedicesimo secolo che è stato completamente distrutto
il 16 agosto 2004, il giorno della terribile alluvione che in poche ore ha
martoriato il villaggio e che è stato ricostruito nell'aprile del 2006,
grazie alla generosità delle persone che hanno finanziato i lavori.
Terminata
la visita, ci mettiamo subito in macchina, abbiamo non meno di 200 km da
percorrere per raggiungere Wells. Per farlo, deviamo lungo la costa nord del Devon, anche se questa parte ci piace poco, forse perché
è un susseguirsi di località turistiche per surfisti, trafficate e senza
possibilità di potersi fermare per sbirciare con calma. Ci limitiamo quindi a
lanciare rapide occhiate alle spiagge chilometriche dal finestrino della
macchina.
Arriviamo
al nostro b&b nel primo pomeriggio, ma, non
trovando nessuno in casa, decidiamo di recarci subito alla scoperta della
cittadina di Wells.
A WELLS
parcheggiamo alle spalle della sua cattedrale e iniziamo l’esplorazione di
quella che, a detta della guida, è la città più piccola d’Inghilterra.
Partiamo proprio dalla cattedrale, che purtroppo abbiamo modo di visitare
solo in parte a causa di una funzione religiosa che inizia proprio nel
momento in cui mettiamo piede nell’edificio. Fortunatamente ci rifacciamo
della delusione con il chiostro, ma soprattutto con la facciata, veramente
impressionante da qualsiasi angolazione.
A pochi
passi dalla cattedrale, ammiriamo il Palazzo del Vescovo, circondato da
placide acque, e in direzione opposta il Vicars' Close, un’antica via residenziale che sembra non
aspettare altro che essere fotografata. Per finire, passeggiamo naso all’insù
per ammirare ogni singolo edificio che si affaccia sulle vie del centro.
Prima
che arrivi l’ora di cena, facciamo ritorno al b&b
e ci facciamo consigliare un pub in zona.
Terminata
la cena, considerando che c’è ancora luce, decidiamo di fare un salto a Glastonbury per vedere la celebre Glastonbury Tor al tramonto, ma
il sole cala troppo velocemente ed è l’oscurità ad arrivare a destinazione
prima di noi. Peccato!
Martedì
18 agosto 2009
Dopo
un’abbondante colazione, ci rimettiamo in moto, destinazione BATH. C’è solo
una ragione che ci spinge, anzi, che mi spinge, visto che è un mio desiderio,
fin qui: le famigerate Terme romane, che di sicuro hanno avuto un grande peso
nella designazione della città a patrimonio mondiale dell'umanità da parte
dell'UNESCO.
L'ingresso
(che fatica trovarlo... per la cronaca, si entra dall'Abbey
Churchyard) ammonta a 11.50 GBP a persona, audioguida inclusa. A voler approfondire proprio tutto,
ci sarebbe da star dentro delle ore, il percorso museale è ben articolato. Ci
sono esposizioni di reperti di ogni genere, postazioni video, modellini che
rievocano la Bath di allora, tutto il percorso
sotterraneo e le due vasche esterne.
La Great
Bath esterna è la cartolina classica della città,
la si ammira inizialmente dall'alto, dalla terrazza, poi nel corso della
visita anche a "piano terra".
Consiglio
una visita alle terme di primo mattino perché col passare delle ore la
quantità di gente aumenta in maniera esponenziale e si crea confusione,
nonché problemi di “intralcio” nello scattare le foto.
Finito
il giro della terrazza, che comprende la sbirciatina della King's bath, la vasca d'acqua
calda (si vedrà meglio più avanti), grazie ad un vetro nel muro, si entra nel
museo vero e proprio, fino a scendere nel percorso sotterraneo, secondo me
bellissimo. Con il percorso sotterraneo finisce il tour, ma prima di cercare
la combinazione negozio + uscita, consiglio di buttare un occhio alla Pump Room, il ristorante/tea room adiacente alle terme, ma soprattutto di ammirare le
bolle della King's Bath
dal balconcino esterno.
Bath città, a parer nostro, non
entusiasma. Probabilmente siamo partiti a visitarla dalla zona sbagliata,
perché solo quando l'itinerario ci porta nei vicoletti alle spalle della
cattedrale ci risolleviamo un po’. L'impressione fino a quel momento era
stata quella di una città triste. Paradossalmente non è male la periferia.
Sarà merito del navigatore, che - chissà perché - per farci uscire dal centro
ci fa passare per strade e stradine via via in
salita che ci hanno regalato un bel colpo d'occhio su tutta la città.
Si parte
dunque alla volta della nostra ultima tappa della giornata, LACOCK, davvero
un posto fuori dal mondo, non fosse per tutte quelle macchine parcheggiate
ovunque che stonano così tanto!
Facciamo
anche in tempo a visitare la sua abbazia, tutelata dal National Trust,
purtroppo solamente dai giardini. Mea culpa, non
avevo controllato bene i giorni di apertura degli interni.
Dopo un
giro senza meta per le viuzze di Lacock, scopriamo
di avere il tempo per un altro fuori programma della vacanza. Siamo infatti a
non troppi km di distanza da Avebury.
AVEBURY
non è un sito facilmente circoscrivibile, in realtà, ma un’ampia zona dove
sono disseminati cerchi di pietre, tra i più grandi d'Europa, e veri e propri
viali di massi verticali. I monoliti di Avebury sono forse meno popolari rispetto a
Stonehenge, ma sembra che siano più antichi e sono anch’essi patrocinati
dall’UNESCO. Avebury è di proprietà del National Trust.
Noi ci arriviamo quasi al tramonto, trovando una quiete niente male: pochi
turisti, solo qualche pecora, una luce calda che sembra scaldare le pietre.
Non è una zona turisticamente organizzata come Stonehenge e forse proprio per
questo sembra meno "commerciale". Il nostro sarà un giro breve e
disorganizzato, in quanto Avebury non era prevista, quindi non siamo
documentati, ma in rete si trova di tutto, dalle ipotesi di datazione delle
pietre, alle ragioni della loro esistenza.
Come se
non bastasse, lungo la strada per Avebury facciamo
l’inaspettato incontro del celebre WHITE HORSE. Sembra che in passato ce ne
fossero tredici sparsi in tutto il Wiltshire, ma ne
sono rimasti visibili solamente otto. Sono stati realizzati col gesso,
scavando nel terreno. Come per il Cerne Giant, c'è
un'apposita piazzola di sosta con alcune informazioni sulla figura, ma noi
decidiamo di non fermarci lì e ci addentriamo nel campo di grano ai piedi
della collina per tentare di avvicinarci, visto che col Cerne Giant non era stato possibile.
Terminato
il giro tra i misteri del Wiltshire, torniamo a Lacock per una lauta cena in un pub.
Mercoledì
19 agosto 2009
Arriviamo
ad OXFORD centro città nella tarda mattinata. Per il parcheggio scegliamo la
soluzione del park & ride (2 GBP a testa, in
pratica il costo del viaggio in bus dal parcheggio fuori dal centro, andata e
ritorno), anche perché la città è veramente trafficata, già in periferia.
Appena scesi dal bus ci fiondiamo al primo college, il Christ Church.
Sicuramente perché è stato il primo, sicuramente perché la sua Hall (la
mensa) mi ha veramente impressionata, è tra i miei preferiti in assoluto.
L'ingresso è a pagamento (6 GBP) e in linea di massima vige la stessa regola
in tutti i college: è permesso visitare i cortili, la cappella e la mensa,
appunto.
Nel corso della giornata visiteremo altri due college, il Magdalen College (4 GBP), dove pranzeremo anche,
nell'attesa della riapertura della dining hall, e
il Balliol College (1 GBP), dove sono visitabili
solamente i giardini. Per tutti gli altri ci siamo dovuti accontentare di una
sbirciatina dall'esterno perché non erano visitabili o erano chiusi. I
college si possono visitare in periodi dell'anno e in orari prestabiliti. Non
si possono visitare aule, alloggi o giardini riservati ai “fellows” (i membri del college), tutte le aree
accessibili sono ben delimitate.
Prima di
lasciare Oxford per raggiungere il b&b ci
dedichiamo anche ad un giro della città, seguendo un percorso pedonale
proposto dalla nostra guida che ci fa passare in rassegna i monumenti principali.
Arriviamo a sera praticamente cotti e con i piedi fumanti!
Giovedì
20 agosto 2009
Il
penultimo giorno di vacanza è previsto lo spostamento da Oxford a Cambridge,
ma, durante il tragitto, visto il cielo grigio e visto che il navigatore ci
informa che ce l'abbiamo a soli 20 minuti di macchina, decidiamo di andare a
visitare il CASTELLO DI WINDSOR, sperando che nel
frattempo il tempo migliori. La colpa per questa deviazione dell’ultimo
minuto è anche di una simpaticissima famiglia inglese conosciuta a colazione
nel b&b di Wells che ci ha messo la pulce
nell’orecchio, decantando la bellezza e la maestosità di questo edificio.
La
regina è qui, ce lo dice la bandiera che sventola sulla Round Tower, ma l'avevamo immaginato dal dispiegamento di forze
dell'ordine nei pressi della residenza e per tutta la cittadina.
L'ingresso è ben caro (15,50 GBP), ma comprende la visita
dei cortili, degli appartamenti di stato, della cappella e della Queen Mary's Doll House. E’ un vero
peccato che non si possano fare foto agli interni, soprattutto agli
appartamenti di stato, perché sono veramente impressionanti.
Immancabile
l'appuntamento con la cerimonia del cambio della guardia, in programma alle
11. Una cerimonia che pare infinita, noi alziamo bandiera bianca dopo
mezz’ora e proseguiamo con la visita del castello. Per una visita completa e
in tutta calma, vanno preventivate almeno un paio d'ore e vale la pena di
dedicarsi anche alla piccola cittadina di Windsor. Una menzione particolare
la merita la stranissima Crooked House, ma molto
meglio limitarsi a vederla da fuori, il pranzo qui non è certo memorabile.
Nel
pomeriggio facciamo il nostro ingresso a CAMBRIDGE, con tanta gioia perché si
realizza un sogno, ma anche con un pizzico di malinconia perché la vacanza è
palesemente agli sgoccioli. Come ad Oxford, optiamo per la soluzione del park & ride (2,50 GBP a testa per il bus).
Facciamo giusto in tempo a visitare un college, il Queen's
College (ingresso 2,5 GBP), gli altri sono rimandati a domani perché i
college chiudono presto, attorno alle 16.30.
Oggi ci
dedichiamo quindi alla visita della cittadina. Bella, vivace, giovane, ci
piace proprio. Ovviamente un sacco di turisti, ovviamente un sacco di
italiani, probabilmente in gita fuoriporta dalla capitale.
In
serata raggiungiamo il nostro b&b fuori città e
poi ritorniamo in centro per la cena. Provo per la seconda volta il sausage & mash, con
risultati certamente migliori rispetto a Sherborne.
Venerdì
21 agosto 2009
A differenza di Oxford, che è molto più dispersiva e che
quindi abbiamo visitato passo dopo passo cartina alla mano, Cambridge è
veramente a misura d'uomo, quindi decidiamo di affidarci al caso, secondo
l’ispirazione. I college bene o male sono tutti in zona Trinity
Street, gli altri monumenti li abbiamo pressoché tralasciati.
Il
secondo college nella mia personale classifica, il primo della giornata, è il
Saint John, che subito promette bene con il suo maestoso portone d’ingresso.
Ci sono aree più antiche ed edifici più nuovi al St John, è molto grande,
quindi offre un'architettura molto varia. A causa delle sue dimensioni, è uno
dei college che richiedono più tempo per la visita.
Il terzo college di Cambridge in ordine di visita è il
maestoso Trinity College, che ci hanno detto essere
il più esclusivo. All’ingresso paghiamo 1 GBP anziché 3 perché buona parte
del percorso visita, dining hall compresa, è chiuso
a causa di alcuni lavori di ristrutturazione. Il Trinity,
come gli altri college del resto, vanta molti studenti illustri, presenti e
passati. Mi rifaccio della delusione dining hall
con la bella biblioteca, purtroppo non fotografabile, dove la nostra
attenzione, tra documenti più o meno illustri, è catturata dal manoscritto
illustrato originale di Winnie the Pooh.
Prima di
rischiare il divorzio anticipato, visto che Alessio comincia a spazientirsi
dopo questa sfilza di college, imploro per una veloce visita al piccolo Clare College (2 GBP) e poi acconsento alla pausa. Giusto
in tempo, di lì a pochi minuti, infatti, arriverà un fulmineo acquazzone,
quindi ce la prendiamo comoda con il nostro ultimo pranzetto inglese.
Chiude il cerchio il King's College, molto
scenografico, ma 5 GBP per l’ingresso ci sono parsi un’esagerazione visto
che, oltre ad un fazzoletto di cortile, è visitabile solo la maestosa
cappella.
Ovviamente la visita di Cambridge, e a questo punto la
nostra vacanza, non può che concludersi con un giro in punt,
la tipica imbarcazione locale. Piacevolissimo navigare a filo dell'acqua e ad
altezza papera, a livello di vista, però, non ci è parso un valore aggiunto,
non si vede molto di più rispetto alle passeggiate che si possono fare lungo
il fiume. In ogni caso, rimane uno dei must di
Cambridge.
Dopo
mesi di organizzazione e di attesa che sembravano non passare mai e una
ventina di giorni di viaggio, che al contrario sembrano essere passati fin
troppo in fretta, cala dunque il sipario su questo nostro ennesimo viaggio!
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